AdBlock Detected

Stai usando un'estensione per bloccare la pubblicità.

RockShock.it dal 2002 pubblica contenuti gratuitamente e ha la pubblicità come unica fonte di sostentamento. Disabilità il tuo ad block per continuare.

She Past Away: la recensione di X

Per celebrare i primi 10 anni di attività spesi in centinaia di live e tre dischi in studio, She Past Away tornano con X, album doppio che racchiude i loro maggiori successi rivisitati e remixati da artisti di grido nell'attuale scena post-punk e darkwave.

She Past Away

X

(Fabrika Records)

darkwave

________________

she-past-away-recensione-xPeccato che il Natale sia ancora lontano, questo disco tributo ai turchi She Past Away sarebbe davvero una bella strenna per gli amanti del genere.

Formatosi nel 2006 a Bursa e attualmente composto dal frontman e chitarrista Volkan Caner e dal produttore Doruk Öztürkcan (drum machine, synths) il duo è ormai famoso in tutto il mondo per il tipico sound legato alle onde oscure dei migliori eighties intriso di tradizionale piglio gotico e poetica minimalista in lingua originale, una delle caratteristiche che li contraddistingue e li fa amare da un pubblico trasversale e molto vasto.

Per celebrare i primi 10 anni di attività spesi in centinaia di live e tre dischi in studio, She Past Away tornano con X, album doppio che racchiude i loro maggiori successi rivisitati e remixati da artisti di grido nell’attuale scena post-punk e darkwave.

22 tracce sono tante e a dire il vero non tutte risultano all’altezza della situazione ma se alcune appaiono addirittura superflue ed altre poco centrate qualche perla nello scrigno c’è e brilla di luce propria.

Rituel dei Soft Moon ad esempio, slabbrata e dilatata nella sua cupezza profonda mi ha convinta a pieno o Tobias Bernstrup che trasforma Kasvetli kutlama in un brano tondo  capace di suonare in maniera stupefacente.

Sanri remixata da Roony Moorings dei Clan of Xymox acquista un valore non pervenuto nella versione originale, Katarsis rimpastata dagli ottimi Ash Code diventa un brano dal tiro possente, Sonbahar riveduta e corretta dal duo miracoloso Antipole & Paris Alexander così come Soluk riverberata e ricucita ad arte da Kill Shelter acquistano un fascino impensabile.

Nota di merito per Ruh, unica preziosa cover del disco proposta dal duo franco/italiano Dear Deer con tanto di testo tradotto in francese e Hayaller che Mario Usai dei Clan Of Xymox ammanta di venature estatiche capaci di spazzar via l’angoscia di partenza facendola diventare una ballad incredibilmente raffinata.

Un prodotto discografico di sicuro non necessario e neanche imprescindibile ma che farà felici molti appassionati della band e dei tanti artisti che hanno rielaborato in chiave personale i loro più grandi successi e questo, di per sé, ha un grosso valore aggiunto, quello affettivo che merita sempre enorme rispetto.

Ascolta X

Gli ultimi articoli di Elisabetta Laurini

Condivi sui social network:
Elisabetta Laurini
Elisabetta Laurini
Articoli: 132