Brilla
La Tuta di Goldrake
(Pioggia Rossa Dischi)
canzone d’autore
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Che musica si ascolta oggi in Italia? La risposta sarebbe sicuramente il rap con tutti i suoi derivati, al giorno d’oggi non passa giorno che ogni minuto nasce un individuo che scimmiotta modelli già esistenti e che riempie la rete di youtube di video nella speranza che qualcuno li noti e gli permetta di fare il salto di qualità.
Infine ci sono gruppi come i The Giornalisti, personaggi come Coez che ancora imbracciano strumenti, salgono sul palco e che con gli anni si sono creati il loro pubblico che seguono fedeli.
In quest’ultima categoria appartiene Andrea Brilli che ha raccolto tutto quello che c’è di buono del cantautorato italiano, ha aggiunto qualche sintetizzatore che fa molto anni Ottanta e pubblica il suo album d’esordio La Tuta di Goldrake.
Al primo ascolto, l’impressione che si ha è quella di trovarsi davanti un lavoro sincero più che originale, discorso a parte per la copertina che, a mio parere, è particolarissima. La Tuta di Goldrake non è altro quel “mantello” che tutti noi indossiamo ogni giorno per difenderci dalle insidie della vita. Argomento affrontato nella title track che apre l’album.
I brani che vengono dopo sono un concentrato di metafore e doppi sensi che, attenzione, non significa necessariamente essere banali. È il caso di Jasmine, forse il brano migliore, dove ho trovato esilarante il paragone che dice che l’ essere lasciati dalla propria donna è simile alla solitudine di un libro in un ipermercato. C’è anche spazio per una critica verso la società di oggi come nel brano A merenda un pugni di chiodi, ma per quanto riguarda il resto dell’album ho trovato coinvolgenti le sonorità, ma nulla di nuovo o di già sentito.
In conclusione un album dove il cantautore dimostra di avere un buona capacità di scrittura che viene però sminuita da un evidente desiderio di inseguire certi cliché tipici dell’it-pop dei giorni d’oggi.
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