Robert Lippok
Applied Autonomy
(Raster)
elettronica, experimental, techno
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I più ricordano Robert Lippok nei compianti To Rococo Rot, ma terminata quell’esperienza (ma anche contemporaneamente), l’artista tedesco ha dato sfogo alle sue sperimentazioni sonore anche come solista.
In realtà a firma propria mancava dagli scaffali di dischi da sette anni, nonostante numerosi assaggi dei nuovi materiali in sporadiche performance live, alternate a una fitta attività di producer. Ora però (finalmente!) arriva questo Applied Autonomy, che esce per i tipi della Raster di Byetone (ormai divorziato dalla Noton di Alva Noto).
Siamo alle prese con un disco di matrice squisitamente concettuale, in cui sperimentazioni di vario genere s’alternano a tentazioni vagamente techno e minimal, ma anche con divagazioni glitch-house, a marcare il territorio in cui meglio si muove l’etichetta Raster.
Se cercate di farvi un’idea dell’album, All Objects Are Moving forse è il brano allo stesso tempo più accessibile e che meglio esprime il sound con cui vi troverete a che fare: esplorazioni ritmico-sonore condite con vaghi accenni di melodia, qualche tappeto ambient e molti micro-suoni da apprezzare soprattutto in cuffia.
Per Robert Lippok il fine giustifica i mezzi e quindi per lui non fa nessuna differenza arrivare al risultato per via analogica o digitale, l’importante è applicare autonomia alle macchine.
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