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Elder Brother: Stay Inside

Stay Inside, nuovo lavoro degli Elder Brother non spicca per originalità ma è comunque un buon ascolto per gli amanti del rock americano anni 90 a cui la band sembra ispirarsi parecchio.

Elder Brother

Stay Inside

(Pure Noise Records)

rock

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Con uno strumentale ambientale intitolato Greatest Hits, inizia Stay Inside, nuovo lavoro degli Elder Brother, duo formato da Dan Rose e Kevin Geyer, già membri delle band Daybreaker e The Story So Far.

No Reason è trascinante, molto ritmata e richiama alcune cose degli And You Will Know Us by the Trail of Dead.

Inizia come una ballad la seguente You & Me Forever, ma ben presto partono le chitarre in un brano molto melodico ma non di immediato ascolto.

Se si vuole infatti trovare un difetto a questo Stay Inside, molto ben concepito, è che serve qualche ascolto per poterlo apprezzare al meglio, nonostante sappia molto di “già sentito”.

Sway avrebbe potuto infatti comparire in un qualsiasi album di fine anni 90 di band americane come Incubus o Live, così come Unnatural History.

Con Weak Days si alza il livello, in un brano dalle atmosfere molto malinconiche.

Se con Wish You Were Here lo standard qualitativo resta alto, con I Don’t Miss You, si cade velocemente nel pop rock radiofonico alla Bastille.

Battle è la punta di diamante di questo lavoro che proprio nelle ultime tracce da il meglio di sé: Earthbound porta con sé la malinconia di band come Counting Crows o Catherine Wheel e se la gioca fino alla fine come mio brano preferito di questo nuovo album degli Elder Brother. In chiusura I Don’t Think It Stops. Non un album imperdibile, ma di sicuro un buon ascolto per la vostra estate 2018.

 

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Fabio Busi
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