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Pino Scotto: Eye For An Eye

E’ a tutto volume e a tutta forza, musicale s’intende, il ritorno di Pino Scotto, che ritrova la sua vecchia band in un album dal titolo inequivocabile: Eye For An Eye

Pino Scotto

Eye For An Eye

(Nadir Music/Audioglobe)

heavy metal

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Il nuovo album di recensione pino scotto Eye For An EyePino Scotto si intitola Eye For An Eye e, per deformazione musicale, sentendo questa frase non posso non ripensare a quella di Bruce Springsteen in Empty Sky, che tante polemiche scatenò per la sua natura di istintivo grido di rabbia in reazione ai fatti dell’11 settembre.

Nulla di tutto ciò ha a che fare, naturalmente, con questo lavoro del rocker tricolore che, per l’occasione, dopo tanto tempo si ripropone al fianco della sua band originaria (Steve Angarthal alla chitarra, coautore ed arrangiatore dei brani, Dario Bucca al basso e Marco Di Salvia alle pelli).

Anche se è indubbiamente vero che i testi di Scotto sono arrabbiati, se possibile, tanto quanto la sua musica fatta di arrangiamenti tosti, suoni ruvidi e, appunto, parole che non fanno sconti e che affrontano a muso duro il degrado sociale e culturale che caratterizza il nostro tempo.

Occhio Per Occhio suona quasi minacciosa.

La successiva The One, invece, fa traspirare quelle influenze blues che, a parere di chi scrive, sono il minimo comun denominatore e le fondamenta di qualsiasi musicista operaio, quelli che ancora vivono la musica per davvero sporcandosi il cervello e i polpastrelli delle dita.

One Against The Other e Two Guns corrono sullo stesso binario heavy e, la seconda, propone una riflessione attualissima sull’autodifesa.

Una melodia quasi AOR costruita su riff dai cliché tipicamente hard è Cage Of Mind, cui segue uno dei pezzi migliori dell’album, Crashing Tonight, aperta da una chitarra acustica e dall’armonica di Fabio Treves.

Si tira il fiato con Angel Of Mercy, una struggente ballad e il pezzo più intimo, scritta dal musicista partenopeo dopo la recente scomparsa della madre.

La ripartenza, come per la verità ci si aspetta, è direttamente in quarta con uno dei momenti più crudi, Looking For A Way.

Wise Man Tale, invece, spiazza con le sue sonorità quasi celtiche fuse a un rock composto e ad assoli che ne impreziosiscono finemente la tessitura armonica.

Si chiude con due cover, There’s Only One Way To Rock di Sammy Hagar e One Way Out degli Allman Brothers.

Nel complesso, dunque, Eye For An Eye può essere legittimamente considerato un ottimo ritorno di quello che forse è l’unico vero rocker italiano, alfiere di un heavy metal ben pestato ma tutto sommato pulito, educato anche quando strillato, che potrà essere apprezzato anche dagli amanti di sonorità più indulgenti.

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