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Drive Me Dead: Who’s The Monster?

I Drive Me Dead si definiscono zombies e punk rock, creature mostruose e rock’n’roll, morte e amore, scopri con noi il motivo di questa definizione nel loro Who's the monster?

Drive Me Dead

Who’s the monster?

(Sounday)

punk, rock

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Drive Me Dead: Who's The Monster?I Drive Me Dead nascono in Romagna a fine 2014 dall’unione di componenti di band molto attive sul panorama nazionale. I loro testi parlano di morte, amore, creature mostruose e film horror.

I Drive Me Dead si definiscono zombies e punk rock, creature mostruose e rock’n’roll, morte e amore. Il loro album di debutto Who’s the monster? affonda le sue radici nell’incontro tra la cinematografia horror, le sonorità del rock’n’roll e la rabbia del punk, lanciando un messaggio ben preciso: nella vita nulla è come appare ed è troppo facile, oltre che erroneo, giudicare un libro dalla copertina.

Nei testi sono presenti continui rimandi a registi, autori e ambientazioni di film e di libri horror: il padre degli zombies George A. Romero, il genio della narrazione Stephen King, il pioniere italiano del brivido Mario Bava e il visionario Tod Browning sono solamente alcuni dei tanti artisti da cui la band romagnola ha tratto ispirazione per creare le dieci tracce di Who’s the monster?

I brani che compongono la tracklist sono tutti episodi che spaziano dal grottesco al romantico passando attraverso lo splatter, mentre le grafiche del disco sono state curate da Sergio Gerasi, fumettista italiano di fama internazionale (Dylan Dog, Nemrod, Valter Buio), che è riuscito nell’intento di dare la perfetta veste grafica alla musica dei Drive Me Dead. Il disco è stato registrato da Andrea Scardovi presso il suo Duna Studio ed è stato masterizzato presso La Maestà Studio di Giovanni Versari.

L’EP presenta dieci tracce veramente cariche, tralasciando il mio non amore per gli zombies nei film horror, che però amo alla follia, devo dire che per quel che concerne la copertina, da brava amante dei fumetti figuriamoci se non mi sarebbe piaciuta, l’autore è riuscito appieno ad interpretare i temi descritti nelle canzoni della band. Per quel che concerne l’album invece già dal primo brano, Freak, si delinea la scelta tematica, quella richiesta iniziale, che personalmente mi ha riportato alla mente vecchie pellicole horror in bianco e nero, per poi divenire molto orecchiabile.

Un EP decisamente adatto a tutti, non solo agli amanti degli horror, a sprazzi, nonostante i temi, la musica ti lascia un che di divertente dentro. La stessa tipologia di intro la ritroviamo in Zombies don’t run, dove uno speaker preannuncia quel che sta per accadere. Geniali. Veramente un’idea geniale.

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Iolanda Pompilio
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