Sgt. Calaca
Chupacabra
(La Clinica Dischi)
rock, dub, indie
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È uscito il nuovo lavoro della band Sgt. Calaca. L’album si intitola Chupacabra e, dopo due autoproduzioni, è il primo disco dei quattro ragazzi emiliani edito da un’etichetta, La Clinica Dischi.
Originale, potente, energico e a tratti eccentrico, Chupacabra è un disco che si fa ascoltare con piacere. Fa capire perfettamente il background dei Sgt. Calaca, che sicuramente affonda le sue radici nella musica inglese, per dire due generi che rendano l’idea, il brit pop e il post punk.
A mio avviso, probabilmente fosse stato prodotto in altri tempi sarebbe stato definito un concept album: ve lo ricordate Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band? E Storia di un impiegato o The Wall?
Ora, nessuno vuole fare paragoni fuori luogo e impropri (oltretutto con mostri sacri della discografia mondiale), quello che voglio sottolineare è che tutte le canzoni dell’album sembrano intrecciate tra loro. I dodici brani complessivi risultano come se insieme fossero un breve racconto, seppure incoerente e disorganico, che ha per protagonista un’uscita “A fari spenti nella notte”, di quelle dove esci e forse non sai neanche perché, vai alla ricerca di qualcosa che non sai neanche cos’è.
Ai personaggi di questa storia ti affezioni perché ti rispecchi in loro, nonostante possano essere romantici e sprezzanti allo stesso tempo, rassicuranti e inquietanti.
In questo senso risulta emblematica Gascoigne, il brano scelto come primo singolo. Ispirato al calciatore che forse più di tutti ha incarnato il concetto di contraddizione, colui che ha racchiuso in sé il genio e la sregolatezza, il successo, sì, ma quello incompiuto, che porta anche al fallimento e la delusione.
In poche parole, una canzone forte, di grande impatto e dalle classiche sonorità rock, i cui riff di chitarra ti entrano in testa e non ti lasciano più, come del resto l’intero album.
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