Malmö
Manifesto della chimica romantica
(CManita Dischi/Audioglobe)
post-rock
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Manifesto della chimica romantica: il titolo dell’album d’esordio dei Malmö sembrerebbe un ossimoro. Chimica e romanticismo non potrebbero appartenere a due mondi più lontani tra loro. Invece, per questa band campana che la città svedese da cui prende il nome l’ha soltanto sfiorata, sono opposti complementari. E nelle loro liriche, come nella loro musica, questa fusione tra concretezza e astrattismo, materialismo e sentimentalismo è tangibile, tanto da diventare il loro personalissimo marchio di fabbrica.
Manifesto della chimica romantica nasce da un demo, diversi concerti, qualche primo riconoscimento, ma soprattutto dall’incontro con Massimo De Vita dei Blindur, che decide di mettersi al timone della produzione. È un disco post-rock con gli ambienti, i pianissimi e i fortissimi e le lunghe pause strumentali tipici del genere, spesso inseriti all’interno di un unico brano.
Il sound dei Malmö, apparentemente concreto e radicato, si sposa alla perfezione con un immaginario onirico e fantastico che riecheggia in ogni nota. L’alba di un giorno di festa apre le danze in modo egregio, forse perché è il pezzo più diretto, incisivo e forte fin dall’inizio, ma anche il più rappresentativo delle sonorità primordiali del quartetto campano. Il rock sferzante delle chitarre amoreggia con il candore del piano; traccia dopo traccia il glockenspiel ci parla di viaggi, di mancanze (La deriva), di storie d’amore incompiute (Polaroid). Interessanti, sorprendenti e continui cambi di ritmo e tempo spezzano la possibile monotonia che – in questa epoca mordi e fuggi ancor di più – si rischia di creare in brani di oltre 5 minuti, regalando un movimento generale all’ensemble.
Per essere un’opera prima, i Malmö sono riusciti a realizzare un prodotto con un suono molto personale e distintivo, un post-rock con una spruzzata (passatemi l’ardire) di shoegaze, che richiama quei paesaggi evocati dal nome stesso della band. In breve, sono riusciti a pubblicare il manifesto del proprio modo di intendere la musica.
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