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Falconer: Among Beggar And Thieves

Tornano i Falconer: al galoppo dalla Svezia per confermarsi uno dei gruppi più interessanti del panorama power-folk-metal

Falconer

Among Beggar and Thieves

(Cd, Metal Blade, 2008)

power-folk-metal

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L’espressione “Power-Folk-Metal” basta forse da sola a far drizzare le orecchie a chi non si accontenta di band che garantiscano una buona reinterpretazione di standard classici, ma cerca sempre commistioni insolite e, possibilmente, movimentate.

Aggiungete a questa considerazione il fatto che alla doppia cassa di Karsten Larsson non si accompagni un esasperato falsetto, ma la voce assolutamente espressiva di Mathias Blad…e forse comincerete a farvi un’idea del perché i Falconer siano saliti alla ribalta fin dal loro album di esordio del 2001.

Chi ha seguito le vicissitudini che hanno segnato la vita del gruppo saprà che già con l’uscita di “Northwind” (2006) il quintetto svedese era tornato alle sonorità che avevano segnato il loro iniziale successo, precedentemente accantonate a causa dell’uscita dalla formazione proprio di Blad.

Beh, “Among Beggar And Thieves” è l’attesa consacrazione di una band capace di unire ottimo metal, sonorità nordiche epico-folcloristiche e un’affascinante teatralità vocale (arricchita anche dalla partecipazione di una controparte femminile in alcuni brani): una miscela esplosiva che non può lasciare indifferenti i cultori delle sonorità power.

Si comincia con un’esaltante cavalcata nel campo del dolore (Field of Sorrow), per poi tuffarsi nei riff “catchy” e nei cori di Man Of The Hour e prendersi una meritata pausa con A Beggar Hero, lenta ballad medievale che dà un po’ di respiro e fa da preludio a un’altra galoppata fino a Mountain Man, autentica perla in cui il gioco tra voce maschile e femminile esalta le belle melodie e i piacevoli cambi di ritmo.

Menzione particolare della giuria anche ai tre pezzi in lingua originale (Vargaskall, Viddernas Man e Skula Skorpa Skalk) che, a dispetto della pioggia di consonanti, contribuiscono a rafforzare l’atmosfera vichingo/cavalleresca che caratterizza tutto l’album.

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Valerio Frontini
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