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The Winstons: recensione disco omonimo

Un tuffo nel passato con il psichedelic-jazz-rock dei The Winstons, al secolo Roberto Dell’Era, Enrico Gabrielli e Lino Gitto, capaci di un viaggio nel suono moderno ed intrigante

The Winstons

s/t

(Ep, AMS Records)

rock

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the-winstons-recensioneEnro, Rob e Linnon Winstons sono i tre componenti dei The Winstons, band nostrana del milanese che esordisce con l’etichetta AMS in un omonimo album pieno di rock psichedelico. Dieci tracce dai suoni vintage, rimandi di 40 anni fa, sperimentazioni jazz-fusion-rock che derivano anche dall’esperienza maturata all’interno dei Calibro 35.

Essì, perché dietro ai tre pseudonimi si nascondo due membri degli Afterhours, il bassista Roberto Dell’Era ed il maestro polistrumentista Enrico Gabrielli, con l’aggiunta di Lino Gitto alle percussioni, che già aveva collaborato con loro in altri spazi musicali, compreso i “Lato B” con Dario Ciffo, ex violinista di Manuel e soci. Questo nuovo progetto è un caleidoscopio di suoni, di improvvisazioni, di ricerca e soprattutto di recupero del passato, non a caso Viaggio Nel Suono A Tre Dimensioni è un brano introdotto da una voce che reclamizza la fonovaligia, e si apre ad un basso psyrock che galoppa in un onirico e serrato tema che la fa da padrone. Questo brano direi che è la sintesi di questo disco travolgente che ha diverse canzoni assolutamente non omogenee e quindi è facile sorprendersi brano dopo brano.

Ovviamente è chiaro che questo The Winstons non può che vedere la luce anche in vinile e la mitica musicassetta. Per dare un’idea degli ingredienti di questo lavoro possiamo citare il jazz rock di Diprotodon, avvolto da lunghe sequenze alla tastiera e al sax di Gabrielli, o il flauto che apre una Play With The Rebels che più romance non si può. Il riferimento è anche il british sound di Birmingham tra i 60 e i 70, città dove Dell’Era ha vissuto per anni prima di entrare a far parte della band di Agnelli, ma anche i Gong, i Soft Machine, King Crimson. Il nuovo anno si apre quindi con una novità che paradossalmente rispolvera molto bene il passato.

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Luca Paisiello
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