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DelendaNoia: Odi Et Amo

Sospesi in una bolla spazio-temporale, tra Battiato e Martin Gore, i DelendaNoia danno alle stampe il sorprendente Odi Et Amo, il loro secondo disco

DelendaNoia

Odi Et Amo

(Disco Dada/Audioglobe)

electro-pop, new wave

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[youtube id=”HYNG2jq7ZlM”]

DelendaNoia- recensione-Odi Et AmoScappare da Porto Torres per inseguire la propria vocazione artistica a Reggio Emilia. I DelendaNoia, duo electro-pop nato nel 2010, è così che hanno fatto ed è così che sono riusciti, con il loro primo lavoro, a mettere a segno una lunga serie di concerti. Odi Et Amo è il loro secondo disco e per realizzarlo si sono affidati con successo al crowdfunding.

Si ispirano dichiaratamente alla scena wave italiana prendendo a modello Franco Battiato, Krisma, Garbo, Faust’O, ma anche Bluvertigo. Modelli che filtrati dalla loro attitudine musicale restituiscono echi di Baustelle e Pet Shop Boys. Il piglio degli otto brani (più una cover) che compongono Odi Et Amo è sorretto da melodie orecchiabili, ganci e ritornelli zuccherosi, quasi dream-pop. Gli arrangiamenti sono costruiti su synth e drum machine che più anni ’80 non si può. Come fossero puristi di un certo tipo di suoni e strumenti, non concedono spazio a nessun altro suono che non provenga direttamente dal periodo d’oro del synth-pop.

Al primo ascolto questa immersione nel passato lascia straniti, ad affaticarsi con strascichi di ricordi e la continua sensazione di già sentito. Battiato ed i Bluvertigo saltano fuori più di una volta, devo ammetterlo. È negli ascolti successivi, però, che una volta abituato l’orecchio allo shock temporale sale a galla la bravura dei DelendaNoia.

L’intreccio di voci e suoni sintetici fa risaltare i testi, scritti tutti in italiano, che scandagliano solitudini, amori, rapporti finiti male, e sono costellati di metafore, colori gelidi, frasi lasciate a metà, dialoghi abbozzati riportati con fare quasi teatrale. Anche la struttura dei brani è fedele ad uno schema rigidamente ciclico che si concede di tanto in tanto solo qualche special o qualche intro/outro.

Piuttosto che provare a descrivere come suonano i singoli brani della tracklist, vi dico che oltre alle sonorità ed i rimandi già citati e che affiorano a turno, un po’ tutti, in quasi tutti i brani, c’è un grande lavoro proteso a ricreare un certo tipo di atmosfera ed immaginario, con risultati, devo ammettere, sorprendenti. Fin’anche la cover di Fotoromanza, successo di Gianna Nannini, che il duo destruttura e rallenta, modificandone la chiave e la tonalità, rendendolo una preghiera in minore dai toni cupi e fumosi, riesce bene al punto da sembrare quasi migliore dell’originale, con un retrogusto à là CCCP Fedeli Alla Linea che crea un cortocircuito interessante e non banale.

Odi Et Amo non è un disco perfetto, certo, ma è un lavoro carico di spunti, idee, sudore e creatività non da poco. L’aspetto che ha reso importante la scena wave italiana della prima metà degli anni ’80 era il suo stile internazionale che faceva concorrenza al post-punk d’oltre manica. I DelendaNoia si soffermano molto sull’italianità di quei riferimenti e meno sull’internazionalità della loro proposta, con voci sempre (forse troppo) in primo piano e pochissima (peccato) strumentazione suonata.

Odi Et Amo però è un disco davvero piacevole e scorrevole che, complice il ritrovato amore per le sonorità retrò che di recente sta portando fortuna a molti artisti, non si disdegna di riascoltare più e più volte. Se vi sorprenderete a canticchiare qualcuno dei loro ritornelli, sono sicuro che vi verrà voglia di mettere su questo disco anche in momenti inaspettati della vostra giornata.

 

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Antonio Serra
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