Le labbra di Greta
Come si respira, come si sogna
(Cd, Autoproduzione)
indie-rock
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Le Labbra di Greta sono un duo romano composto da Dario Britti e Stefano Barzaghi, il cui disegno musicale iniziale è stato arricchito dalla collaborazione di Maria Livia Nicotra, Emanuele Bracci e Antonino di Natale, musicisti appartenenti al progetto Nemù. Due realtà che si fondono, come due sono le labbra, ogni cosa e il suo opposto: è la dualità ciò che caratterizza Come si respira, come si sogna, album d’esordio frutto di un intenso anno di lavoro, a dispetto dei ritmi serrati del XXI secolo.
Nove tracce che sintetizzano la musica italiana e internazionale degli ultimi vent’anni, sapientemente reinventata con un gusto squisitamente personale. C’è un po’ del rock dei primi Afterhours in Ciò che aspetto (dilatato di certo dall’utilizzo dell’e-bow), ci sono sprazzi di elettronica solo abbozzata per non stonare con l’ambiente rock circostante in puro stile Radiohead in Comédie Humaine (a tratti la versione italiana della loro Airbag) e sullo stile cantato, ma il più delle volte quasi sussurrato e recitato, aleggiano prepotentemente lo spirito dei Marlene Kuntz (che più di tutti forse influenzano la struttura compositiva) e dei Massimo Volume.
Ascoltando Come si respira, come si sogna si viene catturati dalla splendida voce di Maria Livia Nicotra, protagonista femminile assoluta dall’intensità paragonabile a Robertina e in pezzi come D’incanto a Cristina Donà. Ancora più affascinante è però il modo in cui essa si sposa con il cantato di Dario Britti, come già accennato più votato alla recitazione, quasi a voler sottolineare con maggiore enfasi le parole. Parole mai banali, pronunciate senza fretta e articolate con attenzione, sicuramente non di facile presa ma di peso. Quando si decide di percorrere una strada del genere, l’unico rischio è quello di passare per snob, volendo fare i ‘finti alternativi’ ad ogni costo. Rischio a mio parere scongiurato, anzi iniziativa ben accolta, in un momento di testi sterili e banali.
Un minuto e Nelle sue mani sono senza dubbio i brani più riusciti e rappresentativi di questo album, apparentemente incentrato sulla dicotomia che appare evidente dal titolo. Amore, odio, vendetta e sottomissione, tutto e il contrario di tutto tra contaminazioni elettroniche e chitarre rock, tra la voglia di lasciarsi cullare dallo scorrere delle note e il desiderio di reagire cambiandone la disposizione.
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