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Editors: In Dream

Con questo In Dreams gli Editors comunicano ufficialmente di aver abbandonato le chitarre indie e di essersi spinti verso un sound pieno di synth. Per gli amanti delle atmosfere magiche e oscure

Editors

In Dream

(Play It Again Sam)

electro-pop, new wave

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editors-recensione-in-dream

Per riuscire a recensire In Dream, nuovo lavoro dei britannici Editors, si deve obbligatoriamente dimenticare la produzione che li ha resi famosi e fatti amare in tutto il mondo. Tom Smith e soci sembrano aver ripudiato le chitarre più rock ed essere sprofondati in un vortice oscuro di cui già avevamo avuto segnali nei precedenti In This Light And On This Evening e The Weight Of Your Love.

La freddissima e ambientale No Harm, credo uno dei brani che mi piace meno dell’intera produzione degli Editors, da il via a questo album fra synth e un falsetto miagolato. A mio parere non il modo migliore per “aprire le danze”.

Fortunatamente Ocean Of Night ci ripresenta Tom Smith in grandissimo spolvero, con quel pianoforte che riesce sempre ad emozionare ed il timbro vocale che ce l’ha fatto amare.

Con Forgiveness si prosegue sullo stesso altissimo standard qualitativo e si ha quasi la certezza che diventerà uno dei prossimi anthem che tutti attendono nelle esibizioni live.

Salvation, impreziosita dagli archi e da un approccio vocale grintoso, ricorda a tratti la produzione del Peter Gabriel dei giorni migliori.

Si torna indietro al 2009 con Life Is A Fear, brano synth pop  che non sarebbe sfigurato a fianco di Papillon, di cui sembra quasi una b-side, ma che rimane più impresso grazie ad un ritornello micidiale che si insedia nel cervello.

The Law che vede il featuring di Rachel Goswell degli Slowdive e dei Mojave 3, è una perla di rara bellezza. Un brano molto d’atmosfera che ammalia e fa perdere in un abbandono totale.

Stessa cosa non si può dire purtroppo della successiva e trascurabile Our Love con atmosfere troppo elettroniche e voce quasi irriconoscibile.

All The Kings riporta tutto sui binari giusti e si candida seriamente ad essere una delle punte di diamante di In Dream. Ritmica ben incalzata da Russell Leetch e Smith che canta come solo lui sa fare.

Terminate le note di At All Cost, ballad minimale che scalda il cuore, ecco una degna conclusione. Marching Orders è un autentico capolavoro di 8 minuti scarsi che parte calmo per poi sfociare grintoso in un tripudio di emozioni, poi rallentare di nuovo con tastiere e cori a fare da padroni.

In Dream ha tutte le carte in regola per diventare uno dei best seller di questa stagione autunnale. Necessita di ripetuti ascolti però per essere apprezzato, non è sicuramente un album immediato.

Benvenuti ai nuovi Editors, ma ogni tanto ridateci anche i vecchi.

 

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Fabio Busi
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