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Super Elastic Bubble Plastic: Chances

Terzo disco per la band mantovana. Che conferma gli ottimi risultati ottenuti con i dischi precedenti, regalandoci undici brani pieni di dura emozione

Super Elastic Bubble Plastic

Chances

(Cd, Super Fake, 2008)

noise

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Lunga vita all’hardcore e al noise italiano. In questo ambito, che rimane il più fertile della musica indie nostrana, nel corso degli ultimi anni sono stati sfornati una serie di dischi che nulla hanno da invidiare ad analoghe produzioni estere. Basti pensare a One Dimensional Man, Teatro degli Orrori, Julie’s Haircut.

Un ruolo da gigante lo hanno sempre avuto i Super Elastic Bubble Plastic, che con Chances arrivano al terzo disco. Lungi dal deludere le aspettative, la band mantovana con questo disco conferma la sua incontestabile bravura.

Chances è un disco duro e trepidante allo stesso tempo, che stilla gocce di pura adrenalina dal primo all’ultimo brano. E non si può fare altro che aspettare con il fiato sospeso che l’ album finisca, cercando di respirare in mezzo all’ondata inarrestabile di accordi e pulsazioni che inevitabilmente travolge.

Si ha l’impressione che la band mantovana esegua gli undici brani di Chances con le lacrime agli occhi. Lacrime di rabbia, quando si tratta dei brani più classicamente hardcore, roboanti e veloci (Fake Queen, Travis), o lacrime di tristezza, laddove l’introspezione riesce ad emergere tra le pieghe spasmodiche del ritmo, creando dei pezzi di un fascino impagabile (Young Shark, Lover’s Heart, What Else).

Chances si concede anche a brani più melodici, che riescono a dare un tocco di leggerezza a un album che altrimenti sarebbe stato troppo duro e affilato. Like The Sea, in questo contesto, è il punto dell’album in cui poter riprendere il respiro, prima di tornare in apnea.

A conclusione dell’album, la meravigliosa A tale From The Bottom, un incanto di dolore e malinconia, dal ritmo lento, che sembra voglia dare il più dolce e il più straziante degli addii.

Un tourbillon di sentimenti espressi con una fragile durezza, in un disco che graffia il cuore. Da lasciare davvero senza fiato.

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Sofia Marelli
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