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Florence + The Machine: How Big, How Blue, How Beautiful

Florence + The Machine ci stupiscono con l'ennesima prova della loro immensa bravura: How Big, How Blue, How Beautiful è un album che rasenta la perfezione. Una conferma che non fa rimpiangere i quattro anni di attesa

Florence + The Machine

How Big, How Blue, How Beautiful

(Island)

pop, rock

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Florence + The Machine- How Big, How Blue, How BeautifulSignore e Signori, ecco a voi l’ennesimo bellissimo, monumentale, album di Florence Welch, la sacerdotessa dai capelli rossi e la voce incantata, che vi rapirà e vi lascerà a galleggiare tra paesaggi verdi e cieli sterminati col moniker Florence + The Machine. Che abbiate acquistato la versione standard o quella extended poco importa: questo How Big, How Blue, How Beautiful è stupendo.

Non c’è (solo) la marcia alt-folk dell’esordio, non ci sono (solo) i ritmi ancestrali della seconda prova, quel Cerimonials che ha tanto stupito. Qui c’è tutto ciò che conoscete della produzione dell’ensemble britannica moltiplicato per tre ed evoluto, arricchito, declinato attraverso una produzione attualissima ed al tempo stesso ricercata, elegante, monumentale appunto.

La voce di Florence Welch è perfetta, semplicemente perfetta. Scandisce i tempi come una sacerdotessa nel mezzo di un cerchio fatto di druidi che si tengono per mano. Comanda le luci e le ombre che si accendono e spengono ad ogni suo cenno, disegnando chiaroscuri, contrasti, bagliori e lampi che colorano linee nettissime, sinuose, impeccabili sotto ogni punto di vista.

La band non perde un colpo e si incastra meravigliosamente con gli arrangiamenti dei fiati, che hanno sostituito gli archi del disco precedente, e che danno quel senso di maestosità all’album che lo rende grande ed imponente come una montagna. Sono arrangiati da un certo Will Gregory, che non so se vi dice qualcosa, ma è quello dei Goldfrapp, mica uno sprovveduto.

Questo disco è prodotto splendidamente, con ogni cosa al posto giusto e senza una, che sia una, sbavatura. Io non sono riuscito a trovare un solo difetto a tutta la tracklist. E poi le canzoni, ragazzi, belle, belle, belle. Sono degli inni da cantare a squarciagola. Provate immaginare, per dirne giusto una sola, Third Eye eseguita dal vivo, con voi in mezzo al pubblico che balla e canta come in un fiume placido e felice. Se non è catarsi questa…forza, appena finito di leggere tutti ad imparare il testo a memoria che non si sa mai quando può tornare utile!

Questo disco è una celebrazione lunga 16 tracce. Celebrazione della femminilità maestosa ed altera che sgorga da un fiume di lunghi capelli rossi, generatori di una voce emozionante. Celebrazione della vita, potente come le atmosfere date dagli strumenti a corda, che battono ritmi che sembrano pulsazioni cardiache. Celebrazione dell’avvento dell’alba dopo una lunga notte buia, come quel percorso di difficoltà e smarrimento che ha portato Florence, una volta riemersa dall’abisso, a comporre questo disco.

Come faccia a rimanere costantemente in equilibrio sul filo della dolcezza, questa voce, e poi a deflagrare con una potenza da accapponar la pelle, passando per vocalizzi ricercati ed armonizzazioni vocali intensissime, rimane un mistero della natura. La personalità di questa donna e la sua caparbietà la rendono unica ed inimitabile, stagliata su tutto il panorama musicale mondiale contemporaneo, con buona pace delle varie Rihanna, Beyonce, Lily Allen, Sia et similia.

I Florence + The Machine avrebbero potuto tranquillamente andare sul sicuro dando alle stampe un disco sulla falsa riga del bellissimo Cerimonials e senza sforzo si sarebbero portati a casa ilrisultato. Invece non solo con questo How Big, How Blue, How Beautiful non si sono ripetuti, per quanto sono andati ancora oltre, avanti sotto tutti i punti di vista: composizione, arrangiamento, esecuzione.

Vi stupirà ad ogni ascolto questo disco e vi chiederete come sia possibile avere per 16 tracce di fila lo stesso tiro senza calare mai di tono, senza neppure un riempitivo, senza lasciare nulla al caso, senza una sola canzone brutta. Un livello così alto e costante per più di un’ora di musica. Avrete voglia di riascoltarlo appena finisce, e poi ancora ed ancora. Lo metterete in macchina per farvi accompagnare a lavoro, lo terrete di sottofondo quando lavate i piatti o navigate su internet.

Sarà il disco che condividerete con la persona che amate o semplicemente con tutte quelle a cui volete bene. Lo adorerete e non troverete parole per descriverlo a gli altri. Vi accompagnerà durante i viaggi che farete e vi farà venire voglia di viaggiare ancora e più lontano. Vi farà venire voglia di andare a sentirlo dal vivo (peccato che per ora l’unica data italiana in programma sia a Dicembre a Milano. Oh, a proposito, ci vediamo lì, mi raccomando).

Sarà il disco che vi farà sorridere quest’estate e vi farà piangere magari questo autunno. Sarà il disco con il quale ricorderete questa seconda parte di 2015.

Insomma, si è capito che mi è piaciuto, vero? Piacerà anche a voi, fidatevi.

 

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Antonio Serra
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