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Orlando Andreucci: La vita la morte l’amore la sorte

Orlando Andreucci esce con La vita la morte l’amore la sorte, un concept poetico che profuma di sigaro e vecchie acque di colonia

Orlando Andreucci

La vita la morte l’amore la sorte

(Autoproduzione)

canzone d’autore

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copertina-andreucciTitolo evocativo, disilluso ancor prima che azzeccato, questo scelto dal cantautore Orlando Andreucci per il suo nuovo disco, La vita la morte l’amore la sorte, un insieme di concetti che incitano alla passione profonda per questo modo di suggestionare amaro/poetico l’ascoltatore, un delicato e sagomato slowing vissuto che in undici tracce ti lascia addosso un indefinito senso di ricordi passati, raccolti o sfuggiti alla vita.

L’artista Andreucci chitarra e voce, qui in trio con Simone Talone alle percussioni e Primiano Di Biase piano e fisa, si riconferma un “raccounteur” di prim’ordine, una grazia dalle timbriche integrali – nel senso fonetico – che incolla alle sue storie, alle proprie intimità nebbiose, clubbing e confidenziali animo e cuore, uno di quei dischi che emanano profumi di cuoio, sigaro e vecchie fragranze di lontane acque di colonia dimenticate.

Paoli, Conte L’idea, Bindi, Lauzi – tra i tanti – a girovagare nelle intenzioni metafisiche del disco, ma è la sostanza elegante del tutto a rapire gli orecchi ed il respiro, il velluto latin di Avviso ai naviganti, la sinuosità lussureggiante che trema in Passione, Raccontandoci,  un De Andrè assorto Ci sono amori o la nicotinica ballad de L’uomo che sussurrava ai carretti, degno finale per un lavoro nel suo piccolo geniale, nel suo grande uguale.

 

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