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Sintomi di Gioia: Segnalibro

I Sintomi di Gioia, da Alessandria, approdano all'esordio discografico dopo una lunga gavetta. Li produce Cristiano Lo Mele, chitarrista dei Perturbazione

Sintomi di Gioia

Segnalibro

(Cd, Self, 2008)

pop, rock

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Il quartetto piemontese, attivo sin dal Maggio 2000, si presenta ufficialmente con questo dischetto ottico distribuito dalla Self.

La band ha già avuto modo di rodare il proprio suono nel corso degli anni, partecipando a eventi live di risonanza nazionale come l’I-Tim tour e a trasmissioni televisive come “Help”. Il risultato discografico, però, è tutt’altro che esaltante.

Intendiamoci, i quattro hanno dalla loro un songwriting accattivante: una commistione pop-grunge che ha indubbiamente la possibilità di cogliere i favori del pubblico (non ci meraviglierebbe, ad esempio, se il singolo Osservo nuvole riscuotesse attenzione dai media) ma che evidenzia limiti tutt’altro che trascurabili per le orecchie più smaliziate.

Gli arrangiamenti sembrano spesso piatti e mirati solo all’ispessimento del suono, mentre le melodie vocali risultano troppo blandamente pop. Buono il lavoro di drumming di Emanuele Peccorini e studiato con attenzione l’intreccio delle chitarre; ottimo in alcuni casi (La nebbia su tutti) l’utilizzo del violoncello elettrico di Eugenio Solinas.

La sensazione dominante, tuttavia, è che i quattro non sappiano esattamente quale strada imboccare, rimanendo perennemente in bilico tra un’anima rock di fondo e una superficie sonora fin troppo levigata.

Si dipanano così, lungo l’arco di dieci tracce, una serie di idee a volte interessanti ma mai compiute fino in fondo: i Sintomi di Gioia non osano mai quando potrebbero e finiscono per lasciare in bocca un amaro retrogusto di già sentito da una parte e di occasione mancata dall’altra.

Reflex digitali: fotografare non è mai stato così conveniente.

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Vittorio Arena
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