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Morning Tea: Nobody gets a reprieve

Morning Tea debutta quasi in silenzio con Nobody gets a reprieve, un disco che porta un timido raggio di sole in una nebbia poetica di grande interesse

Morning Tea

Nobody gets a reprieve

(Sherpa Records)

indie d’autore

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[youtube id=”szGRfNBzPKs” width=”620″ height=”360″]

MORNING TEALa cosa che più stupisce è come una musica così calda e “protrettrice” nella sua natura solitaria possa dare conforto e timida amicizia istantanea, fuori dalle ridondanze e dalle decadenze underground che stravaccano noiose nei dintorni; si, stupisce e nel frattempo sparge quell’aura fragile e Drakeana che soffia teneramente nelle intercapedini dello spirito e di una poesia nebbiosa e immaginifica.

Nobody gets a reprieve è l’esordio del cantautore Mattia Fredda in arte Morning Tea, un disco che non conosce le vesti accecanti e le apparenze del “comparire”, si muove nell’agrodolce di un sottobosco folkly, intimo, solitario e in punta di piedi, quel soffuso senso discreto che fa parte dei lavori intensi e profondi. quelli che hanno come urgenza espressiva solamente lo slow emotion dei battiti delle tempie sognanti.

Dieci brani, una chitarra acustica, una bruma di contorno e vetri appannati a filtrare una manciata di magie sottovoce, queste le sensazioni di un lavoro primo che coglie magari nel caracollare delicato di Grey eyes, sopra la patina di una solitudine che si taglia col coltello (Last night, It’s no too late) o nei pensieri fitti di un mattino freddo Ash in the morning, tutto quel pathos interiore di un’anima vagante in cerca di un sole personale, di un taglio di luce da sintonizzare dentro, come un diesel da accendere e lasciare libero di prendere i suoi giri vitali prima di partire verso un qualcosa There was a start this could the end.

Mornin Tea esordisce in una atmosfera che placa tutto, anche i rumori di un’esistenza arrugginita col suo spazio leggero che a tratti sfiora l’incanto.

 

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Max Sannella
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