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Orfeo: Sangue

Il cantautore milanese Orfeo debutta con sangue, un’Ep di semplicità e malinconia che attecchisce animi e sensibilità fragili, un cinque tracce che scaldano – languidamente - come un plaid di lana

Orfeo

Sangue

(Autoproduzione)

canzone d’autore

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[youtube id=”iraCMreYBtQ” width=”620″ height=”360″]

ORFEOPoesia e decadenza, amori e contrari, cornici grigie e quadri nebbiosi, battiti e sussulti nel primo Ep del cantautore milanese Orfeo, all’anagrafe Federico Reale, cinque tracce che riempiono questo Sangue fluidificandone il moto spleen, un insieme atmosferico di sottofondi e pensieri celati che si rifà alla alta cattedra cantautorale con un De Gregori, senza dimenticare la lezione di Ivan Graziani e quella più recente di Dente.

Sangue è un Ep gradevole ed intimista che accarezza e fa riflettere come se si stesse avvolti in un plaid di lana.

Se da una parte la malinconia delle parole gioca alla grande, il tratto incisivo di Orfeo – dall’altra – attraversa un suono che ne risolleva il broncio, una tendenza a “rischiarire” le storie custodite con stimolazioni pop venate di piccole e dolci giocolerie chitarristiche riverberate (Quella triste), un tremolo a-la Max Gazzè (Canzone dell’Erica), e tutti quei battiti che uniscono fragranze oniriche a languidi beatitudini looner che Sangue – la titletrack – abbraccia come una ballata a notte aperta di stampo tardo dylaniano, traccia che chiude un debutto significativo in cui estestica, personalità e una disarmante semplicità fanno di questo Ep un vino da meditazione di eccellenza certificata.

Poi si sa, buon vino fa buon sangue!

 

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Max Sannella
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