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Gus Gus: Mexico

Tornano i Gus Gus, col rientro del leader Daniel Ágúst Heraldsson nella band e fanno ricredere tutti coloro che li davano per finiti con Mexico, un album di pop-tronica molto gradevole

Gus Gus

Mexico

(Cd, Kompakt)

electro, house

______________

gusgus-mexicoA volte essere stati troppo innovativi può diventare un’arma a doppio taglio.

È il caso dei Gus Gus, band che a metà anni ’90 stupì molto per ricerca ed innovazione dei suoni, con album sperimentali che accolsero diversi consensi sia dalla critica che dal pubblico. Dopo un apice commerciale nel 2002 con l’album Attention contenente la super hit David famosa ai più per il remix di Darren Emerson, la carriera degli islandesi ebbe però un calo di popolarità, nonostante diversi brani degni di nota.

Con questo Mexico la band capitanata da Daniel Ágúst Heraldsson (ritornato nel gruppo dopo un breve abbandono), prova a risalire la china e ci riesce degnamente, pur non presentando contenuti innovativi come all’epoca.

Obnoxiously Sexual apre le danze di questo nuovo lavoro con suoni molto adatti ai dancefloor che curano maggiormente l’indietronica. Più scontata Another Life che ricorda vagamente i lavori degli ultimi Hercules & Love Affair.

Dopo le atmosfere cosmiche di Sustain, si viaggia a ritmi elevatissimi con un pezzo che potrebbe fare furore fra gli amanti della pop dance: Crossfade è un concentrato di sonorità idm, dance, electro davvero molto intrigante.

Le atmosfere baleariche di Airwaves lasciano poi spazio a God-Application, brano downtempo che richiede alcuni ascolti prima di essere apprezzato come merita.

Con la poco convincente This Is Not The First Time si giunge a Mexico, traccia piena di suoni aciduli e spaziali che incantano prima della chiusura interessante affidata a This Is What You Get When You Mess With Love.

In conclusione questo Mexico non farà gridare al miracolo, ma è comunque un album molto gradevole che fa ben sperare sul futuro dei Gus Gus.

 

 

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Fabio Busi
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