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Dagomago: Evviva La Deriva

I torinesi Dagomago descrivono il disagio di una generazione con un linguaggio semplice che trova spazio nella musica indie di Evviva La Deriva

Dagomago

Evviva La Deriva

(Vina Records)

indie pop, electronic

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[youtube id=”n22oqxwFUXI” width=”620″ height=”360″]

Dagomago- Evviva La DerivaÈ attraverso testi diretti, un po’ umoristici, spesso disillusi che i Dagomago raccontano il disagio dei giorni nostri, tra precariato e noie domenicali. E lo fanno accompagnandoli da una musica indie che con tutti suoi difetti ha almeno il pregio di evolversi di continuo, mescolando le carte e facendosi aiutare dall’elettronica.

La band torinese è composta dalla voce e chitarra di Matteo Buranello, dalla batteria di Luca Buranello e dalle tastiere di Andrea Pizzato, che in alcuni casi fungono anche da basso.

Evviva La Deriva è il loro primo album di inediti, frutto di due anni di attività e finanziato con la ben nota piattaforma di crowdfunding Musicraiser.

Il pezzo che si presenta in apertura, Male, è abbastanza fuorviante: i toni cupi e lenti sul tappeto delle tastiere non lascerebbero mai immaginare ad un album di canzoni indie come la seguente Le Cabine Del Telefono, o come Apprendista A Tempo Indeterminato, traccia numero sei del disco. Nonostante questa base il trio gioca tutte le sue carte per spostare l’attenzione su altri aspetti. In Cucinami Se Vuoi fanno incursione nella new wave con un frizzante synth. Le tastiere comunque si alternano tra l’etereo e l’oscuro.

In La Fuga Del Cervello l’elettronica è più marcata: quello che viene fuori è uno scenario disco-futuristico. Lo stesso discorso vale per IOCNR, dominata da tappeti morbosi, glitch, e trame cibernetiche.

Viva Salsedo! e Maninalto iniziano con delle marce macabre che si alternano all’indie. In mezzo a tutto questo c’e spazio anche per le dilatazioni psichedeliche con beat sintetici di La Vita Acida.

Il dittico che pone fine all’album svela il lato più intimo del progetto. Da un lato abbiamo la struggente e malinconica Tenera E’ La Notte, dall’altro la spettrale Non Fa Male.

Il punto di forza di Evviva La Deriva è senz’altro la grande varietà di composizioni (anche all’interno dello stesso brano). Quello che non convince sono i testi troppo diretti e le parti cantate, che il più delle volte invece di aumentare la qualità della musica distoglie proprio l’attenzione dalla stessa. Rivedendo alcune scelte il prodotto dei Dagomago poteva essere sicuramente migliore.

 

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