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John Frusciante: Enclosure

L'ex Red Hot Chili Peppers John Frusciante continua il suo percorso elettronico con Enclosure, un album con più synth e meno chitarre

John Frusciante

Enclosure

(Record Collection)

electronic rock, progressive rock, experimental

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John Frusciante- Enclosure“Lo dichiaro nella forma più semplice: il mio interesse musicale mi ha portato in una strada diversa”. E’ quanto apparve in una nota del myspace di John Frusciante nel 2009, quando lasciò per la seconda volta i Red Hot Chili Peppers, ormai sempre più paragonabili ad una barca arrugginita che lentamente affonda. Tuttavia il chitarrista newyorkese già nel periodo RHCP aveva dato sfogo alle sue fantasie fondando gruppi come gli Ataxia, collaborando con John Klinghoffer (che ha preso il posto nel suo ex gruppo), con i Mars Volta ed il suo cantante.

Dal 2009 è invece membro di Speed Deals Moms, Black Nights (band hip-hop) e dei gruppi elettronici Swahili Blonde e Kimono Kult.

John Frusciante ha comunque avviato anche una carriera da solista, ed il suo primo album risale all’anno 1994 nel quale uscì per la prima volta dai Red Hot. L’esordio intitolato Niandra LaDes And Usually Just A T-Shirt fece conoscere al pubblico un artista ben diverso da quello di chitarrista di una band funk & rap.

Dal folle cantautore degli albori armato solo di chitarra e registratore amatoriale, l’artista Frusciante in continua evoluzione scoprì il synth nel suo terzo album. I successivi lavori spaziavano fra indie, registrazioni casalinghe, demo, pop, residui di RHCP, e musica elettronica. È proprio quest’ultimo sentiero quello che attrae John Frusciante oggigiorno. La svolta marcatamente elettronica si è avuta con il penultimo disco, PBX Funicular Intaglio Zone, che attinge dal synth pop, dalla musica progressiva, dal krautrock e dal drum ‘n’ bass. La prosecuzione del discorso avviene anche con l’ultimo album, Enclosure, il cui sound è un miscuglio di Kraftwerk, Tubeway Army, drum ‘n’ bass e cantautorato retrò.

Una delle curiosità è che lo scorso 29 marzo Enclosure è stato spedito in orbita attraverso il satellite Sat-JF14 e al missile Interorbital Systems’ NEPTUNE Modular Rocket: attraverso un’applicazione gratuita i fan di Frusciante hanno potuto monitorare il movimento del Sat-JF14 ed ascoltare l’album sui propri smartphone in anteprima.

E in effetti cosmo e Enclosure hanno abbastanza affinità: basti ascoltare Run che con i suoi giochi spaziali di synth sarebbe adatto ad un film di fantascienza, oppure le derive kraut-ambientali di Fanfare, dove la voce tanto retrò quanto vellutata convive con i continui cambi di scenario. In Stage è la chitarra invece a solcare lidi siderali con il suo assolo acido, sorretto dalla vorticosa base drum ‘n’ bass.

L’elettronica determina cambi di ritmo frequenti e inaspettati in Sleep, contenente un’interpretazione passionale di Frusciante a passo di marcia. Ma d’altronde il massiccio uso dell’elettronica era già evidente in apertura con Shining Desert, introdotto da palpitazioni da thriller. A poco a poco emerge la voce in falsetto e poi si va via pesante con synth e drum machine, con un gran assortimento di effetti vari. E’ solo verso la fine del brano che entra in scena la chitarra.

Nella strumentale Cinch la chitarra trova la sua dimensione ideale, destreggiandosi bene tra echi futuristici e drum ‘n’ bass. Zone e Crowded non fanno altro che ripetere quello che si è già ascoltato nelle altre tracce, incanalando l’album verso il pezzo finale Excuses dominato da stravaganze elettroniche.

Da Enclosure emergono tre aspetti: il primo è che la voce di John Frusciante è migliorata tantissimo. In alcuni punti riesce davvero a toccare picchi emotivi alti. Il secondo aspetto è che in questo album l’uso della chitarra è in prima battuta ridotto all’osso, e in seconda è propriamente nascosto dall’elettronica. Infine è proprio l’ingente uso di questa che consente al brano di assumere molteplici forme e cambiare ritmi.

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