NUV
The NUV Sucks (no, really)
(Moquette Records)
alternative rock
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Il quartetto milanese denominato NUV, carico di entusiasmo, ha chiesto a Rockshock di tirare le somme a questo secondo album, The NUV Sucks (no, really), pubblicato a 4 anni dal loro esordio. 11 tracce che sforano la mezzora, riassumendosi in un album sostenuto da una corporea sezione ritmica che ci avvolge dal primo ascolto. Le influenze della band sono molteplici e possiamo dire che tendono a modernizzare, forse fin troppo, quelle sonorità pre e post grunge che tende ad ispirare il loro sound.
In realtà non è facile indicare un brano che rispetto agli altri si possa suggerire all’ascoltatore, dato che è un disco che alterna brani fragorosi alla Queen of The Stone Age/Foo Fighters come la vivace Shit Guitar o la nirvaniana (si può dire così?) Senile Dementia, ad altri come Failure Donkeys, che mischiano quanto detto prima con il noise dei Sonic Youth sempre in una chiave più fresca.
La ballad Lazy Lover potrebbe rientrare tra le cose scritte da un ispiratissimo Dave Grohl, destinandola forse tra le canzoni più brillanti composte dai NUV, in cui si denota un certo gusto per la melodia. Lady Bee è il pezzo più pop rock oriented e in Transilvanian Catalyzer aleggia un aggressivo rock psichedelico. Le trame sonore sono orecchiabili anche nei momenti più alt-punk (Captain Fisting e Monogold) ma forse è un po’ tutto ridotto all’osso in un ritmico battere lineare e una mancanza di crescendo di tensione.
Un aspetto se vogliamo negativo di questo ascolto è il registro stilistico delle linee vocali non proprio eccellenti e l’assenza di assoli che farebbero alzare il volume delle casse, non che sia così determinante nel complesso, date le influenze artistiche da cui deriva l’ispirazione, ma sicuramente renderebbero più sfarzosi i brevi brani proposti in questo lavoro.
Ne esce un disco ben prodotto dalla band, che ha le idee molto chiare e un musicare estroverso e non certo easy-listening. The NUV Sucks può essere vista come una pietra angolare carica di spunti sulla quale costruire qualcosa di rilevante, senza trasformare questo fare musica in una corsa ad ostacoli. Proporsi in italiano potrebbe essere un’idea, ma non so quanti sarebbero capace di osare così tanto.
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