Twilight Sad
Roma, 13 novembre, Circolo degli Artisti
live report
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Dopo uno sfortunato esordio, gli scozzesi Twilight Sad puntano tutto sulla nuova recente fatica, Forget the Night Ahead, pubblicato dalla blasonata FatCat.
Dal vivo si presentano in cinque (c’è un tastierista in più) e ben presto rendono evidenti pregi e difetti della loro miscela musicale.
Il loro senso della melodia è affidato in tutto e per tutto a James Graham, che se non fosse per il suo forte accento scozzese a volte potrebbe sembrare in cantante degli Interpol o quello dei Pastels, e che comunque a volte chiede troppo alle sue corde vocali.
Il resto è fatto da un drumming quasi tribale ed ossessivo, da un basso pulsante e ipnotico quanto basta, pur nella sua semplicità, e da un’accoppiata tastiere + chitarra che sembrano un corpo unico, una specie di mastodonte tanto semplice quando debitore delle più recenti applicazioni del wall of sound (Mogwai su tutti). Il risultato è una specidi I Love Trains meet Mogwai. Tutto qui. Nulla di più.
Carini, mai incisivi, mai disturbanti, i Twilight Sad alternano sapientemente vecchi e nuovi brani, ma non ce la fanno mai a convincere neanche i tanti britannici intervenuti stasera al Circolo.
55 minuti e passa la paura; il bassista si precipita giù dal palco per presidiare il banchetto dei Cd (venduti a prezzi più alti di qualsiasi sito di e-commerce musicale). A noi non resta che andarci a riascoltare il disco, che seppure non è un capolavoro dona ben altre soddisfazioni. Il concerto è stato semplicemente inutile.
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