Stef Burns League
Roots & Swings
(Ultratempo)
rock
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Non si possono avere dubbi sulla qualità compositiva dell’attuale chitarrista di Vasco Rossi, che pubblica questo suo nuovo lavoro sotto il marchio Stef Burns League. Se nel suo primo album imperava una collection di pezzi strumentali, e nel secondo i brani cantati erano giusto una manciata, il chitarrista americano in questo Roots & Swings si piazza davanti al microfono a intonare parole in quasi tutte le canzoni nel nuovo album.
Dopo una carriera tra tour e sala d’incisione con artisti del calibro di Sheila E., Berlin, Michael Bolton, Alice Cooper, Y&T, Huey Lewis e naturalmente Vasco, Stef si ritaglia del tempo per mettere insieme 11 pezzi di buon rock vibrante insieme agli altri componenti della sua personale band, Juan van Emmerloot alla batteria, Fabio Valdemarin alle tastiere e Fabio Tiranti al basso.
What Doesn’t Kill Us è il singolo di lancio rockeggiante che apre con dei coretti introduttivi alla Queen questo suo lavoro, scortato da un videoclip di facce amiche tra cui la signora Birnbaum, l’ex velina Maddalena Corvaglia, in una canzone ottimista sul non perdere tempo nella vita e di tirare avanti fiduciosi anche nei momenti difficili. La dolce Something Beautiful è un pezzo contornato da un ritornello melodico, ma la chitarra ruggente del chitarrista si fa sentire prepotente in brani come l’opener, Cover You e Roots & Swing, dove riff floridi ed energici modellano composizioni orecchiabili ma allo stesso tempo ricche di sfumature.
Non bisogna aspettarsi le canzoni tipiche del rocker di Zocca, ma un assortimento di brani variegati molto amabili che impastano sonorità alla Foo Fighters con bei pezzi di chitarra alla Joe Perry. Infatti, lungo questo ascolto scopriamo canzoni sorprendenti come Paper Cup, la mia preferita, che galleggiano a metà tra funky, melodie beatlesiane e alternative rock, facendoci comprendere come 35 anni di carriera a fianco di grandi artisti e una grande passione per la musica abbiano ispirato questo artista che non è affatto solo un musicista da palco e creatore di arrangiamenti.
In questo CD Stef Burns tira fuori un paio di strumentali lenti ma intensi dove la chitarra si prende tutto il suo spazio in Sky Haven e Us, suoni puliti e acuti senza cavalcate impetuose. Ascoltare Home Again con la sua apertura cinematografica di archi che lasciano il posto ad accordi acustici, fin quando subentra uno struggente assolo, mette in luce la vena creativa di Stef Burns, che in questo album ha avuto la collaborazione anche di Faso (Elio), Paolo Costa (Zero, Ramazzotti, Baglioni) e il tastierista del Blasco, Alberto Rocchetti.
Un disco multicolore, che non vuole strafare nonostante la grande tecnica del chitarrista, ma intrattiene piacevolmente considerando anche che Stef Burns non ha una gran voce: le buone melodie e la sua chitarra pulita faranno nel complesso apprezzare questo lavoro non solo ai fans di Vasco, ma anche agli amanti del buon rock.
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