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Fiumi: Small EP

I milanesi Fiumi in Small EP costruiscono una rampa di lancio per un qualcosa di più grande, la loro poesia nebbiosa ma scossa di scariche elettriche partecipa a determinare un suono che idealizza ottime cose al servizio di un grande sogno

Fiumi

Small Ep

(Autoproduzione)

alternative

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[youtube id=”jt7dkcSAWwI” width=”620″ height=”360″]

fiumi-small-epNon sempre capita di inciampare o imbattersi in giovani musicisti che abbiamo così magnificamente spiccato il senso e l’angolazione della melodia, e quando questo succede è buon sintomo che un qualcosa rinasca o – almeno – si risvegli per onorare l’underground e tutte le sue quadrature. Motivo ce ne danno i milanesi Fiumi con le cinque tracce contenute nel loro brillante Small EP, piccolo gioiellino di sound alternative e dalle connotazioni quiete, mai imbizzarrite o tronfie della fanfaronaggine della “prima volta”, piuttosto un modo di suonare e sognare grandi cose rimanendo semplici e già questo è plusvalore inestimabile.

Tracce che vivono nei territori a cavallo dei Novanta in fregola con il nuovo millennio, tracce che riempiono l’ascolto come una ventata di aria completamente pura, elettricità e poetica, scosse e momenti di stasi si rincorrono in un mood piacevole e sempre velato – sotto sotto – di una malinconia nebbiosa, d’angolo con i pensieri e amori chissà dove celati, ma comunque un piccolissimo trionfo di buone cose e che questo quartetto pare mantenere come speranza per un dopo, un futuro da colorare e spaziare di nuove presenze.

Ovvio che le santità ispiranti non girano alla larga da questa tracklist: Modest Mouse, pillole di Mercury Rev e trucioli di Nada Surf si possono rintracciare qua e là, ma quello che più va a corredare l’ascolto è il meccanismo evocativo che il quartetto meneghino smussa con intelligenza, quel percorso che riesce a dribblare il fattore copia & incolla con una “rilettura personale” di quei frangenti sonici e che poi fa scaturire la giusta definizione per una band che vuole uscire allo scoperto, che tiene a farsi sentire ben oltre le soglie dell’emergenza.

Pezzi come la bella dissonanza elettrica che scuote Answer on a clear day o il grigio topo della titletrack – che colora di essenzialità periferica l’anima – possono bastare per introdurre l’orecchio nel registrato, poi tutto il resto viene da sé. Ottimo inizio!

 

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Max Sannella
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