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Rage Of South: I See, I Say, I Hear

Dall’agrigentino scopriamo i Rage Of South, band crossover che ha autoprodotto questo esordio di riff nu metal e growl impulsivi

Rage Of South

I See, I Say, I Hear

(Red Cat Records)

crossover

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Rage Of South- I See, I Say, I HearNati suonando cover di Pantera, Slipknot, Deftones, Korn, Sistem of a Down, i Rage Of South hanno fatto fatica a trovare spazi dove esibirsi nella provincia di Agrigento, ma le difficoltà di farsi largo soprattutto in questa regione non li ha affatto desistiti dal mollare e sono arrivati a questo I See, I Say, I Hear dopo una decina di anni di gavetta, concerti nel meridione, piccoli festival locali e un Ep nato quando hanno sentito l’esigenza di produrre qualcosa di proprio.

In questi anni il sound di questo quartetto si è affinato ed evoluto, prendendo ispirazione tra nu metal e crossover, veicolandolo a raccontare il loro messaggio di rabbia. L’etichetta Red Cat ha subito voluto bene a questi ragazzi e ha promosso questo primo album composto da 11 pezzi, realizzato dai quattro musicisti di Sciacca con risultati encomiabili.

Da Sheep a Let Me Die le ritmiche sono martellanti ma con il dovuto senso della melodia, i growl risaltano le atmosfere angoscianti sulle strofe abrasive che esplodono attravero la tensione dei riff metal. La frenetica Reflection riassume abbastanza bene il loro stile. Non ci sono ballad metalliche e non ho trovato nel disco un bilanciamento equilibrato tra sprazzi quietanti e furia impetuosa, ma tutto sommato non trovo nemmeno così fragorosamente assillante il pacchetto.

Uno dei brani più interessanti è Theme Of Juliet dove riusciamo a smascherare alcune aperture interessanti che lo pongono come un brano ben calibrato. Nel complesso mi sembra un discreto lavoro, pur non essendo un grande estimatore di questo genere che dopo tre ascolti mi annoia.

L’ultimo brano, Approved, dimostra che al di là di qualche carenza tecnica, la band ha una certa dote naturale, ma forse lavorando su qualche arpeggio e qualche variazione possono fare qualcosa di più che mera emulazione delle band con cui sono cresciuti e che non li lasci confinati e abbandonati a se stessi come capita a troppe band simili ai Rage Of South.

 

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Luca Paisiello
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