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Slayer: World Painted Blood

Con World Painted Blood, Araya e soci tornano in studio dopo tre anni dall'ultimo Christ Illusion, che aveva forse risentito di un calo di ispirazione del gruppo. Oggi, invece, sembra tutto superato ed ecco tornati i buoni vecchi Slayer, con i loro riff aggressivi e i suoni graffianti

Slayer

World Painted Blood

(Cd, Sony, 2009)

thrash metal

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Slayer- World Painted BloodGli Slayer sono una di quelle storiche band metal che hanno sofferto poco il tempo e che solo di rado si sono distaccate dalla loro sonorità originaria.

Con World Painted Blood, Araya e soci tornano in studio dopo tre anni dall’ultimo Christ Illusion, che aveva forse risentito di un calo di ispirazione del gruppo. Oggi, invece, sembra tutto superato ed ecco tornati i buoni vecchi Slayer, con i loro riff aggressivi e i suoni graffianti che li hanno caratterizzati nel corso della loro carriera.

In particolare, la batteria di Lombardo si mette in evidenza per inventiva e qualità di esecuzione. I pezzi non brillano certo per innovazione, però la carica e la determinazione che trasudano da tutte le undici tracce di questo full lenght dimostrano che l’ormai cinquantenne Araya non ha ancora esaurito tutte le sue cartucce.

Tuttavia, non condivido l’entusiasmo con il quale molti commentatori hanno accolto quest’album. Sebbene la qualità generale dell’esecuzione e della produzione sia elevata, non si può non notare una certa monotonia compositiva.

È vero che l’album ricalca quello che è lo stile tradizionale degli Slayer e lo fa con grande efficacia, ma sarebbe ingiusto e troppo partigiano sostenere che World Painted Blood sia un grande album.

In realtà, siamo di fronte a un disco di buona fattura, carico di buona volontà e passione, che non verrà però ricordato in modo particolare né dai fan, né dagli appassionati del genere. Si tratta dell’ennesima produzione, forse l’ultima, di una band che quasi mai ha deluso i suoi fan, ma che al contempo solo raramente è stata in grado di evolversi oltre i propri limiti.

L’acquisto è consigliato solo ai veri fan.

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Luigi Raffone
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