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Soviet Soviet: Fate

Esce dopo tanto attesa Fate, nuovo lavoro dei pesaresi Soviet Soviet. Un album che ha tutti gli ingredienti per essere fra i migliori dell'anno. Imperdibile

Soviet Soviet

Fate

(Felte)

post punk

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Soviet Soviet- FateDopo il primo lavoro uscito ad inizio 2011 e intitolato Nice, seguito a ruota all’inizio dell’estate dello stesso anno dall’Ep Summer Jesus, arriva il tanto atteso album ufficiale dei Soviet Soviet, band marchigiana ma dal suono internazionale che in breve tempo è salita alla ribalta dell’ondata post punk.

Con già alcuni tour importanti all’estero e diversi open act di rilievo (ultimo dei quali il tour italiano dei P, i Soviet Soviet escono in questo autunno 2013 con il nuovo lavoro Fate, trainato dai primi due estratti 1990, nel tipico stile della band e Together, con tinte più oscure ma comunque intrigante.

La traccia di apertura Ecstasy, non fa gridare al miracolo ma quasi: pezzo ad alto tasso emotivo, bellissima sia a livello sonoro che per il testo molto profondo.

Introspective Trip è come racconta il titolo stesso, un viaggio introspettivo ; brano molto emozionante in cui le chitarre sono meno graffianti che negli altri pezzi e tutto sembra permeato da un alone di nostalgia.

Più tirata con la batteria che spinge incessantemente è la successiva Further che esplode completamente in un trionfo finale di chitarre. Basso incalzante e atmosfere di romantic wave in Gone Fast seguita a ruota da No Lesson, il brano a mio parere più affine alle loro prime produzioni, così come Hidden.

Il furore di Something You Can’t Forget conduce alla conclusiva Around Here, un raggio di sole che dissolve le oscurità.

Fate sarà sicuramente fra gli album dell’anno e i Soviet Soviet, attualmente in un mini tour promozionale negli States, si stanno meritatamente conquistando uno spazio molto interessante anche a livello internazionale. Si fanno tanti paragoni con Bauhaus, Joy Division e altre band.

Quei paragoni sono certamente logici in quanto il genere e l’ispirazione sono quelli, ma a mio parere sia a livello di sound che a livello vocale (parlo soprattutto di Andrea) la band sta sempre più trovando una propria personalità definita e sono sicuro arriverà il giorno in cui qualcuno dirà “Suonano come i Soviet Soviet”. Bravissimi.

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Fabio Busi
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