Der Noir
Numeri e Figure
(Cd, RBL & BloodRock Records)
cold wave
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Cupo, melodico, onirico: tre parole per descrivere Numeri e Figure, questo nuovo lavoro dei Der Noir, trio romano che con la classica strumentazione anni ’80 riporta in vita alfieri del dark e del synth pop. Nonostante questo la band offre sempre la sua personale visione dell’oscurità, attraverso liriche crepuscolari e atmosfere malinconiche, decadenti.
Armati di basso elettrico (Manuele Frau, anche voce), drum machine e synth (Luciano Lamanna), chitarra elettrica (Manuel Mazzenga), i Der Noir hanno rilasciato l’anno scorso il loro primo album, chiamato A Dead Summer. Nello stesso 2012 gli viene proposto di aprire il concerto dei Duran Duran a luglio al Foro Italico, prima tappa italiana del tour che promuoveva il loro ultimo album All You Need Is Now. Dopo il grande evento ecco che quest’anno viene rilasciato il nuovo Numeri e Figure, un disco cantato in due lingue (inglese e italiano) e che ha coinvolto anche altri artisti.
L’album si apre con le pulsazioni kraftwerkiane di Carry On: il canto cupo è sorretto dal ritmo ballabile (Depeche Mode). Il brano si conclude con una coda ambient. La drum machine di Numeri e Figure apre ad un ‘atmosfera più morbosa, memore di quelle dei Joy Division, grazie anche al basso cavernoso: dentro ci si possono ascoltare le liriche poetiche dei primi Litfiba. Il pezzo di conclude con una chitarra shoegaze ed effetti krauti.
Il quadro si sposta dalla claustrofobicità delle prime due tracce, all’ariosità di Zero, tra brezze sintetiche e un canto che spicca il volo oltre l’atmosfera. L’onirica L’inganno è aperta dalla voce di Luca Gillian dei Die Selektion. E’ una voce intorpidita, in contrasto con quella più squillante di Frau. Notevole il lavoro di Hannes Rief (sempre Die Selektion), con il saliscendi melanconico della sua tromba.
Sunrise (con una drum machine memore dei New Order) è l’unico brano strumentale del disco: siamo di fronte ad un incrocio tra il ritmo robotico dei Kraftwerk e la musica cosmica dei Tangerine Dream. Kali Yuga (l’era oscura per le Sacre Scritture induiste), è più claustrofobica, quasi industrial, e contiene le paranoie dei Bauhaus. Metamorfosi continua sulla falsariga del precedente pezzo, con il basso a creare l’ambiente. Nella voce profonda di She’s The Arcane vengono a galla incubi urbani avvolti dalla nebbia, tra sirene e rumori disturbati.
L’album si chiude con l’arrendevolezza di The Forms, voce dell’aldilà, come un Nick Cave imbottito di tranquillanti e ormai prossimo alla vita eterna. Il sax notturno di Pierluigi Ferro (Macelleria Mobile Di Mezzanotte) da l’ultimo addio al mondo terreno, prima del viaggio dell’anima nell’oltretomba.
In Numeri e Figure ci si possono trovare mille influenze, in gran parte la darkwave e il synth pop. Tuttavia i Der Noir cercano sempre la soluzione personale, rimanendo comunque a galla per tutto l’intero disco. La seconda parte dell’album è sicuramente quella più riuscita: è quella in cui l’arte sonora prende il sopravvento sulla melodia.
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