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The Ties And The Lies: Behind The Barricade

La band bolognese pubblica il suo terzo Ep, pregno di umori e sonorità New Wave. Un’ottima prova, nella speranza di poter sentire presto un disco completo

The Ties And The Lies

Behind The Barricades

(Ep, Autoproduzione)

indie-rock

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tiesandtheliesChitarre epiche e ipnotiche, ritornelli imponenti, voce fascinosamente imperfetta, il tutto avvolto da una veste delicatamente tetra e tormentata.

Ci sono solo quattro canzoni nel nuovo Ep di The Ties And The Lies, band bolognese al suo terzo lavoro, ma sono più che sufficienti per individuare in questo gruppo una sensibilità e una bravura non comuni.

Per tutto il disco aleggia, nutrita da potenti chitarre, una sottile inquietudine che rimanda alla New Wave dei Cure e dei Joy Division e, in modo ancora più evidente, alla nuova ondata di gruppi post-punk come gli Editors e gli Interpol.

The Ties And The Lies riescono a mostrare diverse facce dello spleen, partendo da Fall, marcia trionfale e ripetitiva con una bellissima apertura nel ritornello e un retrogusto amarognolo. August Is For City Lovers è più lenta e struggente, mentre Untitled, con il suo ritmo garage serrato e claustrofobico, è il pezzo più angosciato dell’Ep. The Bombs Over Town (S.I.M.O) è siderale e rarefatta, e chiude il disco con tinte di straziante romanticismo.

Con delle canzoni così si possono perdonare alcune debolezze (come la voce, molto profonda ma a tratti troppo simile a quella di Paul Banks), che comunque non inficiano la forza di questo Ep. The Ties And The Lies hanno attinto al proprio dolore per creare dei brani realmente commoventi. In questi tempi, non è affatto poco.

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Sofia Marelli
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