Mazzy Star
Seasons Of Your Day
(Cd, Rhymes Of An Hour)
psichedelia, pop, folk
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Continua la saga dei grandi ritorni e delle reunion delle band: dopo Dead Can Dance, Loop, The Replacements, My Bloody Valentine, Nine Inch Nails e altri ancora, quest’anno tocca anche al gruppo capeggiato da David Roback e Hope Sandoval, i Mazzy Star.
In realtà la band Californiana si era già riunita due anni prima e aveva rilasciato il doppio singolo a-side Common Burn/Lay Myself Down, contenuti in quest’ultimo album dal titolo Seasons Of Your Day.
Il disco (il quarto della loro carriera) contiene registrazioni che partono dal 1997 (a un anno dall’ultimo Among My Swan) fino al 2012. Include inoltre numerose collaborazioni: il contributo maggiore arriva da Colm Ó Cíosóig, batterista dei My Bloody Valentine, che esalta le sue doti di polistrumentista in cinque pezzi, suonando basso, tastiera, chitarra, e ovviamente batteria.
In The Kingdom inizia con l’organo da chiesa su cui si inseriscono i tremolanti arpeggi psichedelici di Robak e la voce angelica della Sandoval, che suona anche il glockenspiel nella parte finale.
Nella ballata spettrale di California le soffuse percussioni tribali accompagnano la voce tormentata: la chitarra acustica si rende protagonista nella rilassante coda finale, con le corde quasi sfiorate.
In I’ve Gotta Stop c’e già il primo calo; nel brano si salva solo il riff blues psichedelico (si immagini un Hendrix al rallentatore). Dopo la ballata desertica con tanto di slide di Does Someone Have Your Baby Now, si arriva alla soffice serenata per armonica, chitarra e glockenspiel di Common Burn.
I delicati arpeggi introducono la dolce ninnananna al buio di Seasons Of Your Day, con un cupo violino suonato da William Cooper. La successiva coppia di canzoni mostra due lati opposti: da una parte c’e la solita malinconia (Sparrow, con tanto di clavicembalo), dall’altra prevale il lato solare (il più nascosto). Lay Myself Down, difatti, è la più movimentata del disco. La chitarra ipnotica del finale è di Stephen McCarthy, mente il basso è di Paul Olguin.
Le ultime due tracce sono le più lunghe. La spettrale Spoon è guidata dalla voce tenebrosa di Hope, mentre le due chitarre si intrecciano cercandosi all’infinito: una delle due chitarre è suonata da Bert Jansch, leggendario chitarrista dei Pentangle e purtroppo recentemente scomparso. L’ultima, Flying Low, è un classico blues del delta, con armonica, tocchi psichedelici e immancabile slide. Influenzato da Doors, Gun Club e Velvet Underground, il brano è il migliore dell’album.
La musica dei Mazzy Star è sempre stata la stessa fin dagli esordi: ballate spettrali e malinconiche, serenate pop, folk e blues acido. La voce da bambina tormentata di Hope Sandoval e l’accompagnamento psichedelico della chitarra di Roback hanno coniato un linguaggio unico e facilmente riconoscibile: il punto è che proprio questo linguaggio purtroppo non si è mai evoluto, solamente perfezionato (il vertice è l’album So Tonight That I Might See). Di molto inferiore a quest’ultimo, Seasons Of Your Day è un album che non aggiunge nulla di nuovo alla musica del gruppo californiano.
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