Tiesto
Kaleidoscope
(Cd, Musical Freedom)
dance, trance
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Quanto guadagna il dj più pagato al mondo? Basta chiedere all’olandese Tiesto, che in un attacco di sincerità potrebbe rivelarvi che il suo cachet è molto vicino ai 200.000 euro, probabilmente poca cosa paragonato alla quantità di gente che riesce a spostare con la sua miscela di trance tanto ballabile quanto ascoltabile anche fuori dalla pista da ballo.
Al suo quarto album di materiale proprio, Tiesto ha deciso di mantenere le promesse del titolo, Kaleidoscope, e mettere insieme diciassette pezzi con altrettanti stili diversi, un caleidoscopio, appunto, di generi e sottogeneri tutti vicini alla sua idea di dance in generale, di trance music in particolare, tanto godibile in pista quanto anche nel salotto di casa.
Per realizzare il suo progetto ha chiamato vicino a sé amici e artisti che stima. E la lista è tanto lunga per quanto a volte addirittura improbable. Nelly Furtado, Emily Haines dei Metric, Tegan e Sara, Jónsi dei Sigur Rós, Kele Okereke dei Bloc Party, Calvin Harris e Sneaky Sound System, tutti insieme appassionatamente, ognuno a dare la sua personale impronta a una miscela musicale comunque già ricchissima di personalità, e comunque tutti ad approfittare del più vasta vetrina internazionale attualmente disponibile sul mercato, ovvero il successo planetario di Tiesto.
Il “nostro” ha addirittura aperto la propria etichetta discografica per assicurarsi maggiore libertà e per spostare in avanti un suono tanto riconoscibile quanto collaudato come il suo. L’esempio più esplicito è proprio il primo singolo estratto dall’album, I Will Be There, con gli australiani Sneaky Sound System, normalmente dediti a una specie di disco-punk e che qui aiutano Tiesto a metabolizzare come, quanto e perché i 2manyDjs hanno imparato da lui.
Il risultato del lavoro degli ospiti è quasi sempre di ottimo livello: Jónsi dei Sigur Rós è perfettamente a suo agio nell’intro ambientale dell’album, impreziosita dai suoi vocalizzi, altri vocalist si innestano perfettamente nell’idea di musica di Tiesto, mentre invece il gioco sembra non riuscire per la gloria scozzese Calvin Harris, che sembra trovarsi spaesato tra le note di Century, diversamente da Okereke dei Bloc Party, che raddoppia con il suo contributo le suggestioni di It’s Not The Things You Say.
Pur personalmente continuando a preferire altri tipi di elettronica, ascoltando attentamente (in cuffia) questo disco la cosa che si nota subito, al di là dell’immediato e puro divertimento dato dal primo ascolto, è che non è affatto facile scrivere e produrre canzoni così. Lasciate perdere i maligni che vi diranno “Tiesto? Chi? Quello che fa tunztunz sotto tastiere sognanti?“. Tiesto ogni volta che mette le mani sulle sue macchine sposta in avanti il genere, lasciando da parte ogni facile tentazione; il trucco è proprio questo, far sembrare facile quello che in realtà non lo è. Lo sanno bene i tantissimi suoi imitatori, che hanno capito che Tiesto è irraggiungibile.
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