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Placebo: Loud Like Love

Tornano i Placebo col loro settimo album Loud Like Love. Nulla di nuovo e nulla di sconvolgente, ma sicuramente 50 minuti di ottimo alternative rock melodico

Placebo

Loud Like Love

(Cd, Virgin/EMI)

alternative rock, indie wave

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Uscirà dopo la metà di settembre Loud Like Love, nuovo lavoro dei Placebo, a quattro anni di distanza da Battle For The Sun, che valse loro l’award di Mtv come best alternative act. Per evidenziare quanto la band punti su quest’album è sufficiente osservare che uscirà in 5 versioni ed in occasione del lancio verrà organizzato un vero e proprio show televisivo.

Già dal primo estratto Too Many Friends, brano molto ironico che esprime un malessere di Molko verso i social network, si capisce inoltre che le sonorità saranno molto simili a quelle del loro precedente lavoro e che la sofferenza degli esordi è quasi dimenticata.

Il secondo singolo, nonchè traccia d’apertura dell’album, Loud Like Love è uno dei brani migliori di questo nuovo lavoro, pieno di energia e di positività. Un sicuro anthem nel prossimo tour che toccherà anche l’Italia in un’unica data a Casalecchio di Reno, sabato 23 novembre.

Si procede con Scene Of The Crime, spinto da un hand-clapping che ben si imprime in testa e con Hold On To Me, probabilmente il pezzo di punta di questo Loud Like Love, il più particolare ed il più intrigante.

Più banale Rob The Bank, che nonostante un ritmo più serrato non riesce a calamitare la mia attenzione. Dopo due brani più riflessivi come la ballad  A Million Little Pieces ed il trip hop in salsa industrial Exit Wounds, si giunge a Purify, uno dei brani che più ricorda i primi lavori della band.

In chiusura altri due pezzi a basso voltaggio, Begin The End e la bellissima Bosco, entrambe oltrepassanti i 6 minuti di durata.

Questo nuovo prodotto dei Placebo non stupisce sicuramente per originalità, ma seppure alternando brani interessanti ad altri più banali, porta una ventata di fresco alternative rock che si ascolta con molto piacere. Il Brian Molko che ci stupiva ad ogni sua uscita, purtroppo era un’altra cosa.

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Fabio Busi
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