Asian Dub Foundation
Intervista a Chandrasonic
20 luglio 2013, Alrumbo Festival
Intervista di Massimo Garofalo e Luca Della Casa.
Traduzione di Luca Della Casa.
Sono da poco passate le 3 di notte e gli Asian Dub Foundation hanno appena finito di suonare, infiammando e facendo ballare ininterrottamente i 20.000 del festival Alrumbo di Rota (Cadiz, Spagna) (leggi la recensione).
Pochi minuti di attesa nel backstage e Steve Chandra Savale, aka Chandrasonic, arriva al nostro appuntamento.
E’ visibilmente soddisfatto del concerto che hanno appena tenuto, anche se probabilmente un po’ stanco (la band è arrivata all’1, è salita sul palco poco prima delle 2 e fra poco si rimetterà in moto).
Ciò non impedisce a Steve di essere un fiume in piena, costringendoci a riassumere la lunga chiacchierata che abbiamo avuto.
RockShock. Cos’è cambiato nel suono degli Asian Dub Foundation dopo quasi venti anni d’attività?
Chandrasonic. Il nostro sound nasce attraverso molteplici influenze e ispirazioni musicali, più che cambiare si è evoluto, anche attraverso l’apporto dei musicisti che nel tempo hanno collaborato con noi, ognuno mettendoci del proprio.
RockShock. A proposito di sound, stasera qui al festival c’è un pubblico di giovani e giovanissimi; è probabile che alcuni non vi conoscano. Come descriveresti la vostra musica a loro?
Chandrasonic. È principalmente reagge, heavy dub, tecnica compositiva e ritmica indiana, ma anche un approccio rivoluzionario d’intendere la musica che si rifà al rap militante e al punk.
RockShock. Asian Dub Foundation… perché Foundation?
Chandrasonic. Volevamo dare un’idea di organizzazione, di collettivo più che di semplice gruppo musicale. Volevamo che fosse un’iniziativa coinvolgente, ci piace la collaborazione. Noi siamo interessati all’educazione attraverso la musica, Asian Dub Foundation nasce da un’esperienza educativa dove i giovani provenienti dai quartieri più disagiati trovano un’opportunità d’inserimento grazie alla musica (è così che scelsero il loro primo cantante, ndr).
Stiamo continuando a collaborare con la Community; io per esempio sto insegnando musica ai ragazzi del centro sociale ed è un’attività che mi piace molto.
RockShock. Spesso siete associati ai movimenti anti-globalizzazione. E’ corretto?
Chandrasonic. La globalizzazione è qualcosa di complesso. Io personalmente sono contrario alle manifestazioni negative della globalizzazione come la speculazione, lo strapotere delle istituzioni finanziarie e delle banche. La crisi è un disastro e c’è chi guadagna sul disastro. Ci sono delle cose molto brutte nella globalizzazione, ma per fortuna ce n’è anche di buone; prendi l’impatto che i cellulari hanno sulle popolazioni del deserto e nel mondo in generale, come stanno cambiando l’informazione e anche la musica. Senza gli smartphone, per esempio, non avremmo avuto una reale idea della Primavera Araba. Voi stessi state registrando questa intervista con un cellulare!
RockShock. Credi che oggi, anno di grazia 2013, sia ancora possibile cambiare qualcosa con la musica? E se sì, cosa?
Chandrasonic. Io penso che la musica sia la colonna sonora delle cose, della nostra vita. C’è una grande necessità di musica, i cambiamenti sociali, le idee progressiste hanno bisogno di musica. Si può ottenere un ampio consenso e anche sostegno sociale attraverso la musica, contro la globalizzazione per esempio. La musica direttamente può cambiare poco o niente, può invece far arrivare alle coscienze o consolidare in esse dei messaggi e dei contenuti. Sono poi le persone che cambiano le cose.
RockShock. Il tribunale ha riconosciuto come innocente l’assassino che ha ucciso un minorenne di colore, disarmato, negli States: è una cosa che ha provocato delle forti proteste nelle strade; anche Obama si è pronunciato in proposito criticando la decisione della corte. Tu come lo vedi Obama? Ormai è al suo secondo mandato già da un po’; credi che ci sia stato o che ci possa essere un cambiamento significativo durante la sua presidenza?
Chandrasonic. La decisione del tribunale è scandalosa e ha provocato un’autentica rivolta. Finalmente il Presidente è uscito dalla neutralità degli ultimi tempi e ha detto qualcosa di decente alla televisione. Comunque per quanto riguarda cambiamenti significativi da Obama, la risposta è no! Non è cambiato un granché. Secondo me qualcuno sta consigliando il Presidente a mantenere un basso profilo, a compiere piccoli passi senza provocare troppo rumore. Essenzialmente il potere in America è in mano ad una congrega di imprenditori e di militari d’estrema destra, che controllano i media e non lasciano fare nulla. Senza dubbio all’inizio la buona fede di Obama era sincera ed evidente, così come il suo impegno per il diritto alla salute pubblica. Ma nel frattempo ci sono stati anche episodi sgradevoli ed imbarazzanti come lo scandalo del cyber spionaggio, Guantanamo… ho l’impressione che Obama faccia ormai parte della macchina, sebbene qualcosa del suo background democratico sia ancora vivo.
RockShock. Cosa ti fa venire in mente la parola Rivoluzione?
Chandrasonic. Si comprende e si può fare in mille differenti modi, dobbiamo prima di tutto stabilire quale rivoluzione vogliamo o cosa vogliamo ottenere.
RockShock. Rivoluzione come Evoluzione?
Chandrasonic. Sono d’accordo, qualcosa che ci faccia progredire. Ci sono molte vie. Puoi ad esempio attuare una rivoluzione pacifica, mettere pacificamente in pratica idee rivoluzionarie.
RockShock. Il Che affermava che non si può fare la rivoluzione senza il fucile.
Chandrasonic. Già, lo so, dipende dalle situazioni però. Il Che aveva ragione in quel periodo storico. Ora come ora credo che siano meglio le vie pacifiche. Si può fare molto attraverso la comunicazione, bypassando i media del regime.
RockShock. Il Sud Europa sta subendo una crisi profonda e crudele, ben più pesante di quella del resto del mondo occidentale. Come saprai, in Spagna ad esempio ci sono sei milioni di disoccupati. Io sono italiano e con la Spagna facciamo parte dei PIGS.
Chandrasonic. What???!!! Pigs?
A questo punto gli spiego l’acronimo di PIGS e di come si riferisca ai Paesi economicamente più deboli dell’Europa, ovvero Portogallo, Italia, Grecia e Spagna. Chandra non riesce più a trattenersi dalle risate, arrivando – con le lacrime agli occhi – a doversi poggiare a un muro.
RockShock. Come vedi l’Europa attuale rispetto all’epoca del vostro fortunato album Fortress Europe?
Chandrasonic. Ci sarebbero tutte le condizioni per un gran cambio sociale in Europa. Il problema consiste nella gestazione di una solida idea a proposito di quale società possiamo e vogliamo creare. Ci sono problemi ovunque, il capitalismo non funziona, le banche collassano. Tutti odiano i banchieri… ma in che modo pensiamo di rimpiazzare il sistema finanziario? Non mi sembra che ci siano idee chiare in giro. Guarda cosa sta succedendo in Egitto: hanno sostituito un governo fantoccio al servizio dell’occidente per una teocrazia e ora tutto è passato in mano ai militari. Credo che la chiave stia in un’economia al servizio della società e non viceversa. Ovviamente questo non interessa a coloro che gestiscono un sistema finanziario nel quale l’unica cosa che importa è fare i soldi, arricchirsi senza fare nulla, giocando in borsa come se si fosse al casinò. Bisogna riuscire ad avere il controllo di tutti i soldi, soprattutto di quelli nascosti nei paradisi fiscali. Secondo me l’ideale potrebbe essere una democrazia decentralizzata. Una vera democrazia, però, non lo strapotere politico delle banche.
RockShock. Torniamo alla musica: stasera abbiamo ascoltato alcuni inediti. State preparando un nuovo disco?
Chandrasonic. Sì, è quasi pronto e uscirà presto, nei prossimi mesi.
RockShock. Stasera sul palco non c’erano né tablas né sitar.
Chandrasonic. Abbiamo cambiato il nostro sound. Tablas e sitar continuano ad essere presenti, ma come campionamenti. Sono strumenti che adoro, ma non adatti ad esibizioni dal vivo in grandi spazi. Ora il nostro sound è caratterizzato da un basso profondissimo, come al solito, da un drumming tutto dal vivo, da rinnovati arrangiamenti della mia chitarra e del flauto. Insomma, specie dal vivo siamo diventati davvero più potenti.
RockShock. A proposito di sound: l’industria musicale sembra intenzionata ad abbandonare i CD in favore del formato Mp3; personalmente credo che i formati compressi, specie in produzioni come la vostra, mortifichino davvero troppo la musica, compromettendone il risultato finale.
Chandrasonic. Non ci si può fare molto, anche a me non piacciono molto i suoni stridenti degli Mp3 e neanche il modo in cui alcuni musicisti ci fanno sopra i soldi, però gli Mp3 sono pur sempre una gran trovata. Io non sono troppo esigente a proposito di formati. Oltretutto non possiamo fermare i cambiamenti tecnologici. Non trovo niente di male, ad esempio, nel fatto che la gente ascolti musica con i servizi di streaming online come Spotify, semmai trovo profondamente ingiusto il rapporto economico che questi colossi hanno con i musicisti.
RockShock. Personalmente trovo aberrante che ormai molte produzioni sono pensate e mixate per gli Mp3. Mi sembra un passo indietro.
Chandrasonic. Per me il problema non sussiste. La gente ha ragione a proposito della qualità dei CD, però i tempi cambiano e la musica si fa con ciò che si ha a disposizione. Le canzoni di Jimy Hendrix erano tutte su vinile, erano state registrate per il vinile e non suonano nello stesso modo da quando le hanno trasportate in digitale. In India si registrava pensando alle Compact Cassette (ancora si produce qualcosa in quel formato): quella musica passala in digitale e non suonerà allo stesso modo. Posso capire che la gente incida ora pensando agli Mp3.
Tempo fa ho girato un documentario sulla musica nel deserto. I Berberi mantengono la loro identità culturale attraverso la musica e nel deserto non è che ci sia quest’abbondanza di CD o Compact Cassette: nel giro di 15 anni sono passati da una tradizione essenzialmente orale (con pochi registrazioni su nastro) a registrazioni in formato Mp3 fatte con i cellulari. La loro è una musica di resistenza e per i Berberi la qualità del suono non è così importante. (Music for Resistence è il titolo del documentario di Steve ed visibile integralmente qui: http://www.youtube.com/watch?v=-MHAKNL-Vkg ).
RockShock. Il pubblico stasera c’è rimasto male perché avete suonato solo un’ora e dieci.
Chandrasonic. E’ bello quando la gente si dispiace perché il concerto è finito, vuol dire che non s’è annoiata.
Asian Dub Foundation: sito ufficiale
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