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NoiZe Machine: The Jumping Clown

NoiZe Machine: perchè la buona musica non è una questione di moda

NoiZe Machine

The Jumping Clown

(Cd, Valery Records, 2008)

hard rock, heavy metal

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Quando l’esperienza c’è, si sente. E non ne abbiano a male i fan dei vari Dary, Finley ecc. ecc. che ci stanno ammorbando negli ultimi tempi.

Gli altisonanti curricula dei NoiZe Machine fanno da prodromo ad un album comprensibilmente foriero di elevate aspettative: alle chitarre troviamo infatti Dario Mollo (che vanta progetti insieme a Glenn Hughes e Graham Bonnet, tanto per citarne ne un paio), dietro piatti e tamburi Roberto Gualdi (PFM, Lucio Dalla, Pelù, Vecchioni e molti altri), al basso Guido Block (ex Electric Zoo insieme a Mollo e Grahm Bonnet) e alla voce il talento di Mitzi (oltre dieci anni di militanza nei Diumvana).

Il risultato è un album tecnicamente bello e vario, di chiaro stampo anni ’90, in grado di spaziare dal rock “classico” all’heavy metal citando “mostri sacri” quali Queen, Led Zeppelin e Iron Maiden.

Si comincia con decisione: i quattro musicisti vogliono da subito chiarire le loro capacità e Ready to Fight mostra un imponente impianto ritmico che concede una bella apertura melodica solo nei ritornelli ed è arricchito dal primo dei (preziosi) assoli di chitarra di Dario Mollo.

Segue un momento di relativa pausa con Higher and Higher che ha la funzione di introdurre due dei pezzi migliori dell’album: I Like it (forse la più “Maideniana” dell’album, insieme a So Far Away) e The Jumping Clown (veloce, ironica e con un ritornello veramente molto “catchy”).

Altro stacco (Turn to Stone) e poi di nuovo un aumento di BPM fino alla traccia numero 9 (Who are You), la prima del “terzetto”, composto anche da U e See What Is Better, che chiude il lavoro tra atmosfere che spaziano dal tetro alla ballad.

Nel complesso The Jumping Clown è un album che si fa ascoltare molto volentieri e che appaga il desiderio di musica di qualità e curata esteticamente. Spazi di miglioramento, comunque, ce ne sono: i componenti del gruppo, artefici ciascuno di un lavoro eccellente, appaiono ancora poco amalgamati dal punto di vista creativo, con il risultato di apparire, a volte, troppo concentrati sulla loro parte per poter adattarsi pienamente al sound generale.

Vista la caratura dei personaggi, però, potrebbe trattarsi solo di una questione di tempo.

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Valerio Frontini
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