These New Puritans
Field of Reeds
art rock, indie rock
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Una continua sperimentazione di suoni, intrecci di voci alla ricerca di atmosfere eteree, sovrannaturali dove anche il silenzio diventa suono e parte integrante della musica, come un sospiro, lungo ed appagante. E’ Field of Reeds, il ritorno dei These New Puritans.
I tre ragazzi di Southend-on-Sea, al loro terzo album si avvalgono della collaborazione della cantante jazz Elisa Rodrigues e ci regalano nove tracks d’autore, mai banali, molto elaborate, se cercate ritmo e sudore rivolgersi altrove please.
La prima traccia, The Way I Do apre l’album e si promette essere un veicolo verso l’essenza dell’album, il suono lento e cadenzato del piano, la voce di Elisa che sembra provenire da lontano e alla fine un melodioso suono di trombe ci lascia intendere che il viaggio è iniziato.
Fragment Two si presenta con un giro di piano apparentemente semplice, ma man mano che la track va avanti si resta assorti e rapiti da una coinvolgente melodia arricchita da un voce calda, da archi e trombe, che si fondono tra loro in molte sfumature. Decisamente un grande inizio.
Influenze jazz e sperimentazioni sempre presenti, a volte come in V (Island Song) la track più lunga con i suoi nove minuti, ancora più marcate ed evidenti.
In Organ Eternal un ossessivo quanto accattivante giro di tastiere fa da elemento portante a suoni soffusi e alla voce di Jack Barnett mentre nella seconda parte fusioni di elementi e vibrazioni sonore eteree conferiscono un forte accento mistico alla track.
In Field of Reeds, il pezzo che dà il titolo all’album, un coro quasi gregoriano introduce la voce di Jack per poi lasciare spazio ad un intreccio di melodie e suoni ultraterreni. Il viaggio è terminato.
In definitiva i These New Puritans con il loro Field of Reeds danno sfoggio della loro ricercatezza musicale dando modo a chi ascolta di immergersi in una dimensione onirica, fatta di suoni che sembrano echeggiare da mondi lontani, di sensazioni pacate, spirituali e avvolgenti che contribuiscono a rendere il giusto omaggio al loro coraggio di sperimentare e di esplorare.
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