Vampire Weekend
Modern Vampires of the City
(CD, XL Recordings)
indie rock, alternative rock
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Siete abbastanza depressi e non sapete come risollevarvi il morale? L’ascolto dei Vampire Weekend e del loro nuovo album Modern Vampires Of The City può essere un vero toccasana.
A distanza di tre anni dall’ultimo lavoro, la band newyorkese torna sulle scene con un disco piacevolissimo da ascoltare, allegro al punto giusto e che vi entusiasmerà. Verrete coinvolti nel loro sound, a cavallo tra l’indie-rock e le loro continue incursioni nel rock ‘barocco’, in cui tutte le 12 tracce sono un toccasana anche per il vostro umore. Ovviamente parlando da un punto di vista squisitamente musicale, perché questo lo si può considerare come una sorta di album della maturità per la band di Ezra Koenig.
Partiamo dal titolo. Modern Vampires Of The City è un riferimento alla New York attuale, raccontata attraverso testi che toccano tematiche complesse come l’età, il tempo, la vita, la morte e la religione. Una svolta verso un album così maturo potrebbe essere anche stata data dal nuovo co-produttore Ariel Rechtshaid, uno che ha collaborato nella sua carriera con gente del calibro dei No Doubt, Plain White T’s e Usher per citarne alcuni.
Il frontamn della band Ezra Koenig ha parlato del nuovo album e delle differenze con i precedenti, l’album omonimo del 2007 e Contra del 2010: “C’è qualcosa circa il primo album, una sorta di felicità nel registrarlo come se si fosse nel primo giorno di scuola”, ha detto. “Il secondo album ha avuto riferimenti nel vedere il mondo nella sua interezza, una sorta di universo più grande, ma anche più complicato. Con questo terzo disco ci si sente come una specie di ritorno agli esordi, ma con nuove informazioni. E’ come se fosse una trilogia.”
Si parte con Obvious Bicycle un riuscito pezzo quasi gospel tutto giocato su pianoforte e percussioni con la voce potente di Koening a suggellare il tutto. Segue la gioiosa Unbelievers, con un inizio soft di percussioni e basso prima di un’esplosione strumentale sul finale.
Due tracce che prendono la via del rock-barocco, con organi e cori, sono Step e Don’t Lie. Diane Young affronta il tema della morte, ma è una sorta di elettro-rock molto movimentata e sprintosa. Hannah Hunt è una track rilassante: sembra un pezzo hawaiano e ti immagini di ritrovarti sulle spiaggie dell’isola, prima della variazione sul finale.
Protagoniste le percussioni con i violini in Everlasting Arms. Ancora ritmo e movimento in Finger Back, con una parte parlata nel mezzo della canzone. Worship You sembra la versione accellerata di I’ve Just Seen A Face di Paul McCartney. Originale Ya Hey con la voce modificata stile chipmunk. Più cupa Hudson , che tra cori angelici e certe sonorità ricorda più una canzone da chiesa. Young Lion è l’outro dell’album, solo piano e voce.
I Vampire Weekend con Modern Vampires of the City ci regalano un album godibile e veramente apprezzabile. Il loro sound gradevole rende tutte le tracce orecchiabili, oltre a contagiarti e a trasmetterti una certa allegria. Un album da ascoltare nei momenti down della giornata che vi piacerà subito fin dal primo ascolto. Speriamo che in futuro ci regalino altri album di questo tipo.
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