The National
Trouble Will Find Me
(CD, 4AD)
indie rock
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Amanti dell’indie-rock, sono tornati i The National. A distanza di quasi tre anni dal loro ultimo album la band di Brooklyn torna con Trouble Will Find Me, accompagnato anche da un documentario dal titolo Mistaken for Strangers premiato al Tribeca Film Festival. Il quintetto americano, sulle scene da quasi 10 anni, ha avuto un picco di notorietà nel 2007 con l’album Boxer osannato da critica e pubblico a cui è seguito High Violet nel 2010.
Rispetto alle loro precedenti fatiche il frontman Berninger ha chiarito come “Negli ultimi dieci anni abbiamo sempre inseguito qualcosa, cercando di dimostrare qualcosa. E questo inseguimento è stato il tentativo di confutare le nostre insicurezze. Dopo High Violet, credo che ci siamo sentiti come se avessimo finalmente ottenuto quello che volevamo. Ora ci possiamo rilassare, non in termini di aspettative, ma non dobbiamo più dimostrare la nostra identità.”
Insomma la band è arrivata al cosidetto disco della maturità, se così vogliamo dire, arricchito anche da molte collaborazioni, tra cui Sharon Van Etten, Nona Marie Invie, e St. Vincent’s Annie Clark per le voci, oltre a Sufjan Stevens per l’elettronica.
Si parte alla grande con I Should Live In Salt, il pezzo più riuscito di tutto l’album. Un inizio con chitarra acustica e voce poi l’arrivo della batteria, in una traccia che esalta la voce fantastica di Matt Berninger. L’aggettivo ideale è avvolgente. Questa parola racchiude tutta la canzone, ma anche tutto l’album, tenetela a mente.
Demons, molto malinconica, è giocata sulla stesso giro di chitarra e batteria con la voce baritonale di Matt che ti rapisce.
Don’t Swallow the Cap è molto misurata, con piano e batteria insieme agli archi in un equlibrio perfetto.
Fireproof è quasi acustica, a cui segue la romantica Sea of Love, che parte a mò di marcetta e mantiene l’incedere per quasi tutta la canzone, prima del coinvolgente finale in crescendo.
Ipnotica Heavenfaced, tra il piano e la voce di Matt ti dimentichi di tutti gli altri strumenti impegnati a suonare.
This Is the Last Time è un mosaico perfetto tra chitarra, voci e batteria.
In Graceless assoluta protagonista è la batteria, con un’esplosione, misurata, sul finale di chitarre e voci.
Svolta in Slipped che si avvicina a sonorità quasi folk.
Acquietante I Need My Girl, dopo il suo ascolto sei in pace con il mondo, mentre Humiliation è decisamente più cupa.
Segue la ‘rallenata’ Pink Rabbits e chiude il tutto Hard to Find.
I The National hanno una caratteristica che pochi gruppi hanno. Trasmettono emozioni. Non hanno bisogno di far casino, o chissà quali artifici per coinvolgere. Gli basta la voce di Matt Berninger, batteria e chitarre. Il coinvolgimento non è solo quello del ritmo, ma anche quello a livello psicologico. Loro ti colpiscono in pieno. Ogni singola traccia ti avvolge (eccolo di nuovo il nostro aggettivo) facendoti provare comunque qualcosa. Non puoi ascoltare questo disco e rimanere impassibile. Quello che vi dico è ascoltate questo album, chiudete gli occhi e lasciatevi avvolgere dalla loro musica.
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P.S.: Trouble Will Find Me sarà nei negozi dal 21 maggio in edizione “normale” o con un bonus CD, entrambe prenotabili al miglior prezzo qui sotto.
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