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The Strokes: Comedown Machine

Si vociferava di un nuovo album di Julian Casablancas e invece ecco Comedown Machine, nuovo lavoro degli Strokes. Fra le sonorità pop ultima maniera e il sound degli esordi! Very hot !!!!

The Strokes

Comedown Machine

(Cd, RCA)

indie rock

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The Strokes- Comedown MachineDopo l’album solista di Julian Casablancas e l’ultimo Angles datato 2011, è stata evidente la svolta pop degli Strokes, un pop molto influenzato dagli anni ’80 che ha abbastanza reso scontenti i fans della prima ora del gruppo newyorchese.

Questo nuovo Comedown Machine è fra i più attesi del 2013 ed è stato anticipato da due singoli. Il primo estratto One Way Trigger, riporta fedelmente i suoni dell’ultimo lavoro e ricorda parecchio le sonorità di Take On Me degli A-Ha con Julian che canta in falsetto per gran parte del brano.

All The Time, secondo estratto, invece, è molto più affine al suono del secondo e terzo , grazie anche al tocco inconfondibile di Albert Hammond Jr.

Tap Out, traccia d’apertura, confonde con una chitarra in distorsione che lascia poi spazio dopo un paio di secondi ad un brano funk in bilico fra Michael Jackson e Justin Timberlake.

Dopo i due già citati estratti, si prosegue con Welcome To Japan, un pezzo che probabilmente piacerà molto ai fans dei Franz Ferdinand, in quanto ricorda molto il loro stile sia melodicamente che come cantato di Julian.

50/50 è il brano che preferisco; chitarre graffianti, grande carica e un’atmosfera che rimanda perfettamente a quel capolavoro chiamato Is This It? .

Mi lasciano invece alquanto perplesso le sonorità di 80’s Comedown Machine; condito da beat ripetitivi e vocals  particolarmente lagnosi e smarriti, è un brano che rischia di finire presto nel dimenticatoio.

Un indielectro a forti tinte pop è Slow Animals, brano senza infamia e senza lode che si ascolta però piacevolmente.

Un sound molto conforme a quello di Room On Fire è quello che si sente nella bellissima Partners In Crime, impreziosita da un languido Casablancas che con questa canzone farà impazzire letteralmente le fans.

Chances ravviva l’ambiente e quando gli Strokes si lanciano su queste sonorità è impossibile stare fermi.

Happy Ending pare il degno seguito di One Way Trigger con un ritmo eighties molto spensierato che apre il varco all’autentica perla che chiude questo quinto lavoro. Call It Fate Call It Karma incanta con atmosfere retrò in bilico fra Nina Simone e The Ronettes.

Gli Strokes cercano sempre di rinnovarsi e di stupire i fans, nonostante restino però fedeli al loro marchio di fabbrica. Comedown Machine non è sicuramente un capolavoro ma è comunque un ottimo album in un anno che sembra prodigo di nuove uscite ad alto livello. Ne sentiremo parlare parecchio.

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Fabio Busi
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