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Stereophonics: Graffiti On The Train

A 4 anni di distanza dal suo predecessore, arriva Graffiti On The Train, nuovo lavoro degli Stereophonics. Un album complesso ma molto interessante

Stereophonics

Graffiti On The Train

(Cd, Emi)

brit-pop

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Stereophonics- Graffiti On The TrainNonostante si siano formati nell’epoca d’oro del britpop, i gallesi Stereophonics sono sempre rimasti indietro rispetto ad altre band che in quell’epoca hanno fatto furore come Oasis, Blur, ma anche solo Manic Street Preachers.

La loro musica è però sempre stata sinonimo di poprock leggero, spensierato e questa probabilmente è stata la loro fortuna.

Questo Graffiti On The Train però porta sulle spalle un carico notevole, quello della morte del batterista Stuart Cable nel 2010.

Un’atmosfera cupa permea tutto il nuovo lavoro che appare molto più complesso dei suoi predecessori, già dalla prima traccia We Share The Same Sun che parte soft per poi crescere lentamente fino ad esplodere. Decisamente un ottimo inizio.

La traccia seguente, quella che da il titolo all’album, Graffiti On The Train porta con sè tutta la malinconia che riesce ad esprimere il cantante Kelly Jones, malinconia accentuata anche dagli archi che impreziosiscono una delle tracce migliori dell’album.

Indian Summer, secondo estratto da questo ottavo lavoro della band, scivola via senza lasciar traccia.

Più originale come arrangiamenti è Take Me dove Jones canta, in coppia con l’attuale fidanzata, una ballad molto sensuale e ipnotica.

Un rock più tirato e pronto ai live negli stadi è quello che presenta Catacomb che lascia presto spazio ad un’altra perla di questo album: Roll The Dice è tutto un saliscendi di tensione che lascia senza fiato.

Simile a livello emozionale anche la successiva Violins And Tambourines.

Con Been Caught Cheating, Kelly entra in territorio blues ed esalta al massimo le sue doti vocali.

In A Moment, primo estratto dall’album, vede sonorità industrial alla Nine Inch Nails che si mescolano ad un rock energico alla Biffy Clyro; a lungo andare però sembra il brano meno ispirato delll’intero lavoro.

Ritornano la dolcezza ed il timbro vocale inconfondibili di Jones con No-One’s Perfect che chiude l’album.

è disponibile anche in versione deluxe con inediti, remix e versioni demo dei brani già presenti nell’album.

Graffiti On The Train segna un gradito ritorno con un album non facile ma difficile da lasciar passare inosservato.

La foto gallery degli Stereophonics

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Fabio Busi
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