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Amplifier: Echo Street

Sospesi in bilico fra Genesis, Pink Floyd e The Mars Volta, ritornano gli Amplifier con il nuovo imperdibile album Echo Street

Amplifier

Echo Street

(Cd, Kscope)

progressive, psichedelia, post-rock

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Gli Amplifer vengono da Manchester ma sono ben lontani dal suono di band conterranee come Happy Mondays, Smiths e via dicendo.

Il loro suono, piuttosto, resta in bilico fra Pink Floyd, Genesis, Porcupine Tree  e The Mars Volta: un post-rock etereo macchiato di progressive e psichedelia.

Echo Street, quarto album in quasi 15 anni di attività, si apre con le atmosfere drone di Matmos, oltre 8 minuti perfetti per immergersi nel mondo degli Amplifier.

The Wheel si avvicina invece al territorio di Omar Rodriguez Lopez e dei suoi The Mars Volta e rapisce completamente.

Con la successiva Extra Vehicular la band sfiora quasi la perfezione in una lunghissima performance che si rivelerà la punta di diamante di un album di altissima qualità.

Come affermato dal chitarrista Sel Balamir, questo album suona diverso da ciò che la gente probabilmente si aspetta, ovvero un follow up del precedente The Octopus. Ne sono la prova Where The River Goes, delizioso brano “all’aroma” di Peter Gabriel e Paris In The Spring.

L’album procede fra una magia e l’altra con la quasi folk Between Today And Yesterday e giunge in dirittura d’arrivo con il trip floydiano di Echo Street e la carica di Mary Rose, altro brano di punta di un lavoro che non vede cali di tensione.

Ci sono pochi modi per definire Echo Street: uno di questi è imperdibile.

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Fabio Busi
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