My Bloody Valentine
m b v
(Cd, Digital Download HD, Autoproduzione)
shoegaze
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Abbiamo assistito negli ultimi anni ad un ampio revival dello shoegaze, con band come A Place To Bury Strangers, Tamaryn, Horrors, Pains Of Being Pure At Heart. Tutti figli dei maestri My Bloody Valentine, capeggiati da Kevin Shields, ideatore di quel suono inconfondibile, un dolce frastuono, un rumore ascetico: un sound che ha influenzato innumerevoli band.
Sono passati ventidue anni dal capolavoro Loveless, indiscusso vertice dello shoegaze. Ventidue anni di attese per un album che non arrivava mai. Ma mai come questa volta Kevin e soci sembravano così vicini a pubblicare il tanto atteso nuovo materiale. Attesa che è durata fino alla notte del 2 febbraio, quando la band ha annunciato il seguito di Loveless sul sito ufficiale. L’album (dal lapidario titolo m b v) è stato poi pubblicato interamente sulla loro pagina youtube, per la gioia dei fissa-scarpe di tutto il mondo.
Strutturato in 9 brani, il disco contiene passato e futuro della band: da una parte continuano il discorso di Loveless, dall’altra sviluppano un nuovo sound orientato sull’elettronica.
M b v si apre con la melodia soffusa di She Found Now. La glide guitar costruisce strati sonori tipici della band irlandese, mentre il drumming di Colm Ó Cíosóig è ovattato. La voce di Shields è distante, morbida: è l’esaltazione del torpore, di uno stato fisico quasi assente. Sono le sensazioni di qualcuno in bilico tra vita e morte.
Bilinda Butcher entrai n scena in Only Tomorrow, con la sua classica voce fatata, delicate. Le distorsioni prendono il sopravvento inasprendosi man mano, tra feedback e vortici elettronici che sembrano risucchiare la sua voce, terminando in un riff infinito tanto semplice quanto efficace.
Who Sees You ha il classico muro sonoro mybloodyvalentiniano, con la voce seppellita da un ammasso di suoni stratificati generati da overdrive e tremolo.
Is This And Yes abbandona il rumore in favore della solennità: la Butcher intona un salmo sulle note minimali dell’organo da chiesa. Questo requiem tocca vette celestiali.
Un drumming deciso introduce If I Am, che è un esercizio per voce sognante ed effetti vari di chitarra: l’atmosfera è placida, e continua il discorso del brano precedente.
New You (che sembra il continuo di Swallow) è il pezzo più pop dell’album, sostenuto dal basso distorto pulsante di Debbie Googe, aperture di synth magniloquenti e vocalizzi eterei.
In Another Way spezza l’atmosfera dreamy con un duetto batteria chitarra distorta: la tastiere che compongono il ritornello hanno sapore new wave.
Nothing Is è il punto di rottura dell’album: gira come un disco che si è incagliato. E’ ossessivo, martellante. Chitarra e batteria creano un ritmo ripetitivo e granitico: è musica da rave.
L’ultimo brano dell’album è Wonder 2, caratterizzato da un largo uso dell’elettronica. La base drum ‘n’ bass è frenetica, assordante con i suoi rumori di jet sonico, con voci trattate. E’ un pezzo che potrebbe aprire nuove strade all’interno del genere.
M b v è un disco che ovviamente non raggiunge le vette di Loveless, ma non si prefiggeva neanche di farlo (e pretenderlo era da folli). Il sound dei My Bloody Valentine è unico, e Kevin Shields si riprende lo scettro che dopo il 1991 era passato in mano a tante band (meritevoli e non).
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