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12 Corde: Il Viaggio

Dopo anni di gavetta esce, autoprodotto, l'esordio per il duo ferrarese che all’occorrenza può trasformarsi in un quartet. Suoni di italico folk scorrono come pinte di birra... irlandese, of course, dando gusto e sapore ad un lavoro sincero e di buona fattura.

12 Corde

Il Viaggio

(Cd, Autoproduzione, 2008)

folk

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Il duo acustico dei 12 Corde nasce nel 2001 grazie all’intraprendenza e all’amicizia di Andrea Bandi e Roberto Romagnoli. Una straordinaria passione musicale e la voglia di mettersi alla prova li porta negli anni ad esibirsi con progetti differenti (comunque sempre incentrati su cover e tributi) in diversi festival ed eventi, aprendo i concerti di band come Modena City Ramblers e Fiamma Fumana. Col tempo, però, l’esigenza di esprimere le proprie emozioni attraverso brani scritti e musicati personalmente si fa sempre più pressante, arrivando al 2007 quando, dalla nebbia immobile e densa della bassa ferrarese, prende corpo e sostanza Il Viaggio, il loro autoprodotto esordio discografico, vibrante di storie, ricordi ed incontri da raccontare.

Sebbene il cd si apra con un inserto sonoro tratto da “I diari della motocicletta”, il film sull’avventuroso viaggio di un giovane Ernesto Guevara (non ancora Che) a bordo della sua Poderosa a zonzo per l’America Latina, le atmosfere musicali che permeano l’album, piuttosto che al Sudamerica, rimandano ad una metaforica terra di mezzo sospesa tra musiche popolari romagnole e tradizionali ballate irlandesi.

Sorretti da testi cantati in italiano ed in dialetto argentano, i nove brani originali (più una reprise registrata dal vivo), in un tripudio di chitarre, violini, fisarmoniche, mandolini, tin whistle, bouzouki e clarinetti, narrano di socialità e condivisione, di duro lavoro e memoria storica, di speranza e d’amore, di albe d’Irlanda e di province d’Italia. Le voci dei due co-autori, alternandosi e sovrapponendosi, arricchiscono di calore e sfumature il già ricco tappeto sonoro, caratteristico di certo folklore di matrice celtica.

Pur rischiando ormai l’effetto saturazione attorno al genere folk rock, i 12 Corde sembrano sinceri in quello che fanno e, soprattutto, appaiono capaci di abbandonare la strada maestra per intraprendere una propria autonoma via senza l’ausilio di navigatori satellitari o cartine geografiche. Perché hanno capito che l’importante, alla fine, non è tanto la meta da raggiungere quanto il piacere di stare insieme a condividere emozioni.

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Ivan Masciovecchio
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