Bjork
Bastards
(Cd, One Little Indian)
elettronica
_______________
L’ultimo bellissimo lavoro di Bjork intitolato Biophilia, non ha avuto quel riscontro di pubblico che avrebbe meritato. Forse a causa del suo non essere immediato come il predecessore Volta e forse anche a causa del lavoro di marketing che c’è stato attorno, relativamente ad applicazioni ed a periodici remix che hanno distolto l’attenzione dall’album vero e proprio.
Remix che comunque hanno spesso impreziosito dei brani più dediti al mero ascolto e affini al sound del difficilissimo Medulla.
Con questo Bastards, che per gli appassionati è molto di più di un album di remix, avrete una raccolta di circa 70 minuti dei migliori remix già editi nei Biophilia Remix Series uniti a quelli di Omar Souleyman usciti prima dell’album, durante l’estate 2011.
Si inizia e si chiude con Crystalline il brano potenzialmente più commerciale, remixato in maniera egregia con le sonorità orientali di Omar Souleyman in apertura ed in chiusura con le sonorità sperimentali del grandissimo Matthew Herbert.
Le atmosfere magiche di Virus sono esaltate all’ennesima potenza nel Peaches & Guacamol Remix ad opera di Hudson Mohawke.
I beats sincopati e sperimentali dei californiani Death Grips enfatizzano una Sacrifice di cui è presente anche la brevissima versione Pins & Needles sempre ad opera di Herbert.
Tratta dall’ultima serie di remix, l’ottava per la precisione, è poi la seguente Mutual Core rielaborata dai These New Puritans in una versione molto minimale.
La quasi sinfonica Hollw viene trattata in maniera divina nel 16-bit Remix; uno dei remix migliori dell’album.
Matthew Herbert è poi all’opera anche su una versione sublime di Mutual Core: cinque minuti di delirio cosmico imperdibili per qualsiasi amante di Bjork ma soprattutto dell’elettronica più sperimentale.
Il primo remix di Thunderbolt presente è quello particolarmente industrial ad opera dei Death Grips, seguito dalle atmosfere ambient/idm sempre emozionanti di Alva Noto.
Un ritorno anche per Souleyman alle prese con Thunderbolt, farcita di sonorità bhangra che però non hanno l’effetto esplosivo ottenuto con Crystalline.
Ci si avvicina alla chiusura dell’album con il dubstep frenato di Solstice nel remix dei Current Value e la magia di Cosmogony nel remix dello spagnolo Pablo Diaz-Reixa in arte El Guincho.
Seppur solitamente sia restio agli album di remix, questo è indubbiamente da considerarsi un ottimo lavoro che stravolge spesso completamente i brani rispetto alla versione originale.
Bjork ha assemblato un altro album assolutamente imperdibile.
Gli ultimi articoli di Fabio Busi
- Linda Collins: recensione di Choices - November 22nd, 2024
- Heat Fandango: recensione di Onde - November 18th, 2024
- swan·seas: recensione di Songs In The Key Of Blue - June 26th, 2024
- Intervista ai Coach Party - June 15th, 2024
- Tanks And Tears: recensione di Timewave - May 27th, 2024