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Marilyn Manson: Born Villain

Il Reverendo di “Born Villain” è schiavo dei tempi e degli stereotipi del suo rock, ma il marchio di fabbrica targato Marilyn Manson mantiene sempre il suo macabro fascino

Marilyn Manson

Born Villain

(Cd, Hell/Cooking Vinyl)

industrial metal, alternative metal

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Marilyn Manson- Born VillainNon ritorna mai per caso, il Reverendo. con l’ottavo album Born Villain, a tre anni di distanza da The High End of Low, Marilyn Manson propone tredici nuove tracce (più una bonus track con una guest star da cinque stelle) tra metal, industrial e darkwave dall’architettura perfettamente studiata e dal concetto meticolosamente curato: “Per scrivere questo disco ho vissuto completamente da solo coi miei gatti; ho messo tutte le mie cose in un magazzino e ho tenuto solo i miei film. Ho lasciato che il mio subconscio e il mio inconscio fossero i protagonisti”.

Assordante ma al tempo stesso interessante l’inizio di Hey, Cruel World…, che si sviluppa violenta al punto giusto, senza troppe pretese; No Reflection, primo singolo estratto, è solo ordinaria amministrazione. Gli ingranaggi arrugginiti e rumorosi di Pistol Whipped raccontando di un’intima seduzione, di una sinistra tentazione; Overneath The Path Of Misery è la The Beautiful People di questo album, che esplode in un inquieto crescendo; Slo-Mo-Tion offre un rock distorto e noise, dal cuore dilaniato e sanguinante. Troppo lunga la spoken word ritmata che apre The Gardener, che concentra la solita carica ma non eccelle; buona invece la bassline di The Flowers Of Evil, una traccia che rimane a tratti incompiuta, perché non riesce a decollare; compassata e interminabile l’elettronica Children Of Cain, alquanto ripetitiva.

L’energia e la cattiveria di Disengaged riequilibrano le sorti di questo disco, che dopo le prime tracce non si era fatto certamente amare; la ripresa continua con Lay Down Your Goddamn Arms e l’accattivante Murderers Are Getting Prettier Every Day, quest’ultima convincente fin dall’inizio; quasi sul finire, arriva la title track Born Villain, un brano ben strutturato che avrebbe bisogno di più volume nelle strofe. Chiudono il carillon celestiale della introspettiva Breaking The Same Old Ground, dal finale straziante, e la bonus track You’re So Vain, cover di un brano di Carly Simon che vede l’illustre partecipazione di Johnny Depp.

Un Reverendo che fa i conti con il presente, un Reverendo che non può più ripetere il successo degli esordi, perché il mondo è cambiato, la sua America oggi è diversa: allora, ecco che anche il suo rock si semplifica in strutture ripetitive e stereotipate. Un Marilyn Manson che in Born Villain è comunque ancora in grado di rendersi interessante, grazie a opposizioni e graffianti contrasti, silenzi e macabri sussurri, scosse e volumi estremi.

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