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Redska: La Rivolta

Dalla romagna ritorna il combat ska-punk dei Redska. 14 riflessioni sullo stato della nostra società e sulla decadenza politico-ecclesiastica. Ma anche lavoro, calcio e natura: attualità allo stato puro

Redska

La Rivolta

(Cd, One Step Records/Venus)

ska-punk, reggae

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Redska- La RivoltaA 4 anni dall’ultimo Le Mie Prigioni, il gruppo romagnolo dei Redska esce con La Rivolta. Un album (il terzo della band) che è un concentrato di esperienze, suggestioni e impressioni maturate in 4 anni di tour in giro per l’Europa. I testi sono tutti impegnati nel politico e nel sociale, con nette posizioni antifasciste, anticlericali e anticapitalistiche.

Il gruppo (i cui componenti sono conosciuti per soprannomi) propone uno classico ska-punk impregnato di sonorità reggae: tra le influenze infatti troviamo gli Ska-P, Bob Marley, ma anche Clash (come vedremo in seguito) e Manu Chao.

Il brano che apre il disco (Sounds Of Revolution) è strabiliante: note di pianoforte danzano sul discorso del Subcomandante Marcos, un rivoluzionario messicano. Poi una sirena fa tornare quell’atmosfera utopica alla cruda realtà: un attacco metal di chitarra apre la strada all’organo. Poi il pezzo strumentale si dipana tra punk, reggae, deflagrazioni sonore e una tromba ska. E’ il brano più originale dell’album.

Legato Alla Lega attacca il sistema politico, in particolare il partito padano (Siete i soliti politici che sbavano per le cariche/voi che vi vantate di bruciare il tricolore). Bastardi Senza Gloria si scaglia contro l’abuso di potere delle autorità, che si sentono forti con una divisa ed una pistola. Al contrario vengono lodati i partigiani che hanno lottato nella seconda guerra mondiale per l’uguaglianza e la libertà. La quarta traccia (Hooligans Rudeboys) è un inno alle tifoserie antifasciste e alla mentalità ultras contro il calcio moderno. Il brano vede la collaborazione di Valerio, cantante della band ska italo-tedesca degli Offenders.

Lettera A Sua Santità si apre con campane di chiesa seguite da squarci di chitarre distorte: tratta il tema scottante della pedofilia nella chiesa, approfittando per criticarne la sua ipocrisia. In Studente Precario Rivoluzionario c’è la collaborazione di Kino, leader della band ska italiana degli Arpioni: è uno ska-swing sullo studente che non ha futuro nonostante il percorso di studi, a causa dell’ignoranza politica che applica tagli alla ricerca.

La  settima traccia è un intermezzo che introduce il brano successivo: è la registrazione vocale della protesta su una gru di alcuni operai di Brescia che non ricevevano la paga da mesi. Si arriva così a La Rivolta, dedicata appunto alla rivolta dei lavoratori. Riot Radio è un altro intermezzo: non è altro che la sigla del programma radiofonico della BBC Joe Strummer’s London Calling. Anche questo è un’introduzione al brano seguente: è la cover di White Riot dei Clash, che si avvale della collaborazione di Micky dei No Relax. L’ultima collaborazione di cui si avvale il disco è in Eroi (Rude Hi-Fi, cantante de La Maquina): è un elogio ai volontari delle associazioni benefiche, che operano lontani dai riflettori mediatici. Natura è un tentativo di incrociare reggae, dub e drum ‘n’ bass e affronta il problema del rispetto della natura, sempre messo a dura prova dall’azione dell’uomo.

La chitarra tropicale e l’assolo di tromba contenuti in Vivo-Steady chiudono l’album: il brano è in realtà Vivo, traccia proveniente dal primo disco, qui riarrangiata in chiave rock steady.

La Rivolta è il lavoro della maturità dei Redska: 14 tracce ben prodotte e arrangiate, coadiuvate dalle nette prese di posizione maturate nei testi.


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