Green Day
21st Century Breakdown
(Cd, Warner Bros)
punk-rock
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Sembra ieri quando impazzivamo per quella Basket Case che diede il successo a questi ragazzi di Berkeley-California. E invece sono già passati quindici anni ed i Green Day sono ancora qua. Con un concept album molto maturo, degno erede dell’American Idiot che li portò a fare incetta di premi a tutti gli Awards dal 2004 al 2006. Nel corso della loro ormai ventennale carriera i ragazzi sono passati dall’essere dei semplici esagitati teenager a delle rockstar a livello planetario con oltre 60 milioni di dischi venduti, 10 album all’attivo e diversi side project, ultimo dei quali i Foxboro Hot Tubs che hanno fatto scatenare tutti gli appassionati della nuova ondata garage rock. Tutto questo senza mai rinnegare le proprie origini e cercando però di rinnovarsi e migliorare ogni volta.
Potremmo considerare 21st Century Breakdown come un infuso, preparato con diverse essenze rock.
L’album è un alternarsi di ritmi. Un’altalena di emozioni che di volta in volta possono apparire cupe e piene di pessimismo e altre volte più solari ed ottimiste. Proprio come i due protagonisti che potrete conoscere ascoltando questo album, Gloria e Christian. La prima allegra, fiduciosa; il secondo con tendenze autodistruttive e sfiduciato verso il mondo.
Song of the century funge da intro all’album, con il fruscio di una radio che cerca stazioni e prosegue nel primo vero brano, omonimo dell’album, dove già si trova il tema della disillusione e dove i californiani cantano della loro generazione ZERO. Il brano inizia molto tranquillo con coretti di ispirazione Beach Boys, per poi accellerare a metà dando spazio alle sonorità del primo singolo estratto, quella Know Your Enemy che si prepara già a diventare un classico dei Green Day. Dopo aver conosciuto Gloria in Viva la Gloria, ecco uno dei momenti più cupi dell’album: Before the lobotomy e Christian’s Inferno esprimono tutto il disagio del protagonista maschile. A seguire Last Night on Earth, uno dei pezzi migliori, di pura matrice Beatlesiana ed East Jesus Nowhere che cerca di dare una scossa ai giovani di questo secolo con chitarra e batteria sempre più incalzanti! Arriva quindi il punk-country di Peacemaker seguito da un insieme di brani eccellenti che attingono a volte dagli Who di My Generation e altre dal puro spirito dei Ramones, essenza fondamentale di tutte le band punk rock.
In chiusura i Green Day confermano di non voler vivere nel mondo moderno in una rabbiosa American Eulogy, ma poi intravedono la luce e forse guardano al futuro con un po’ più d’ottimismo (See The Light).
Una volta inserito, è difficile toglierlo dal lettore. Uno degli album migliori dei Green Day che entusiasmerà i fans di vecchia data e porterà chi non li conosce ad amare questi grandi punk rockers !
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