Bloc Party
Intimacy Remixed
(Cd, Polydor)
electro
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Quanto è imprevedibile, il remix. Ha il potere di trasformare un brano da insignificante a notevole, come pure di massacrare, a suon di distorsioni e di riverberi, un pezzo che nella versione originale era decisamente più efficace. Riesce a modificare lo spirito stesso del brano, a volte arricchendolo con significati e suggestioni più profonde, altre volte, invece, svilendolo, decretando così la salvezza o la morte della canzone.
Il risultato è ancora più imponderabile in Intimacy Remixed, in cui tredici artisti rielaborano l’ultimo disco dei Bloc Party, uscito nel 2008. Intimacy costituì un buon compromesso tra le sonorità di Silent Alarm, esordio del 2005 della band londinese, dall’afflato indie rock, e il secondo album, A Weekend In The City, caratterizzato da arrangiamenti elettronici. Il terzo album, infatti, raggruppò brani sia electro che alt rock, che in questo disco di remix vengono riproposti con profonde modifiche. I risultati, come sarà facile immaginare, sono molto scostanti.
Tra gli esperimenti peggio riusciti ci sono Halo, remixata da We Have Band Dub che, pur essendo accattivante, impallidisce davanti all’originale, di ben altra profondità, e il primo singolo estratto, Signs, reinterpretato da Armand Van Helden, di per sé sarebbe anche un bel pezzo, ma incapace di reggere il confronto con la versione dei Bloc Party, molto più evocativa.
Quando il remix è meno patinato e discotecaro le tracce diventano decisamente più intriganti: Biko, nella versione intima e minimale dei Mogway, un po’ trip hop per i toni sommessi e misurati, riesce a mantenere l’ispirazione del brano originale, senza perdere intensità,. Better Then Heaven, reinterpretata da No Age, è di una inaspettata potenza, più aggressiva e buia rispetto all’originale ma ugualmente prorompente. Ion Square,infine, riarrangiata da Banjo Or Freakout, è siderale, incantata nella sua atmosfera fluttuante e di grande impatto.
Alcuni remix di questo disco non convincono, altri invece sono entusiasmanti. Ma al di là degli alterni risultati, Intimacy Remixed fa intuire l’intrinseca potenza della musica, che può essere scomposta, smembrata, snaturata e infine riassestata. Dando così vita a pezzi inutili, è vero, ma liberando anche emozioni che il pezzo originale aveva solo allo stato embrionale, e che solo una totale rivoluzione degli arrangiamenti ha portato alla luce.
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