New Redemption
Wrong way
(Cd, Autoproduzione)
rock
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I New Redemption sono una band di Bressanone composta da sei elementi (due chitarre, basso, batteria, voce e tastiere) al loro album d’esordio. Dodici tracce fortemente improntate alla musica del passato, che rappresentano un buon punto di partenza dal quale evolvere per musicisti tecnicamente preparati, anche se leggermente penalizzati dalla qualità della registrazione.
Nel loro profilo su Myspace, alla voce influenze hanno citato gruppi come Red Hot Chili Peppers e Die Toten Hosen. Ma, se con questi ultimi è facile rilevare una forte assonanza, data non solo dall’uso della lingua tedesca nei brani (vedere, o meglio, ascoltare Gebrandmarkt), dei primi io non ci ho sentito praticamente niente. In compenso, però, ho sentito un fortissimo richiamo agli anni ’80 e ’90 del secolo scorso. Che i ragazzi ne siano consapevoli o meno, sono più ‘vintage’ di quanto immaginano.
Sin dal primo brano si capisce quanto questi musicisti abbiano ripescato a piene mani dal rock/metal anni ’90, quello che trovava i suoi portavoce in gruppi come Mötley Crüe, Scorpions e compagnia bella. Questa affermazione è supportata soprattutto dai riff di chitarra e da un ritmo che non viene abbandonato né nelle ballate (Sunshine) e nemmeno nei tentativi di spaziare verso altri generi (mi riferisco alla virata leggermente ska di Give me a sign (Fast), che però rende molto di più nella versione Slow). Tentativi tuttavia solo apparenti, legati più che altro all’utilizzo delle tastiere, che però a mio avviso non sempre si sposano bene con la melodia, riuscendo a centrare la volontà di sostenere il brano, un po’ come si faceva ai tempi degli Europe.
E per tornare alla mia dichiarazione iniziale, come non sentire un’eco di Slave to Love di Bryan Ferry in Why? E che ne dite di Sympathy for the devil in Love=Hell?
E forse è proprio questo che non mi convince del loro album: il fatto di proporre canzoni che appartengono ad un’altra epoca. E dov’è la novità, direte voi? Non sono i primi a riesumare un passato più o meno recente. Già, ma loro lo fanno senza aggiungerci niente di nuovo, niente di loro che personalizzi questi brani tanto da farli amare ad un pubblico sempre più esigente. Ma il margine di miglioramento c’è, così come il tempo per rafforzare una propria identità.
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